Lo sport (di qualsiasi tipo, agonistico e non) lo si pratica, compatibilmente con le proprie priorità, perché fa bene alla salute. Perché ci fa sfogare. Perché ci fa rilassare. O anche, in alcuni casi, perché ci dà da vivere. Ma poi chi lo racconta, come lo racconta? Esiste una vera, approfondita letteratura dello sport? Si, esiste. Ma in Italia, purtroppo, non è una strada molto battuta. Sono rare le eccezioni, penso a Gianni Clerici su Repubblica, a Federico Buffa dai canali di Sky: il racconto un po' epico delle gesta sportive ha perso appeal ed è passato di moda. Da una parte strozzato dalla crisi della carta stampata, dall'altra stretto nella morsa della spasmodica ricerca della notizia, minuto per minuto. Il tweet, la notizia flash, l'articolo breve. Con internet è cambiato il mondo e non si vede perché non dovesse cambiare l'approccio alle notizie, soprattutto sportive (anche se il discorso vale un po' per tutto). Si è persa la ricerca, l'approfondimento, la calma per leggere un articolo ben scritto e ben dettagliato.

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Mario Magnozzi |
Che c'entra Livorno? C'entra eccome. Livorno è una delle città più sportive d'Italia. E' la città più medagliata a livello olimpico, mondiale ed europeo (500 volte sul podio, i livornesi). E che dire poi, dei personaggi sportivi livornesi? Federico Caprilli, Nedo Nadi, Mario Magnozzi e Armando Picchi, per citarne alcuni.
Che c'è di male ad andar fieri nel mondo di artisti come questi così come lo si è di Modigliani, ad esempio? Chi decide cosa è culturalmente "alto" e cosa è culturalmente "basso"? Che bello sarebbe un Museo dello Sport a Livorno, un Festival dello Sport a ricorrenza annuale.Per poter raccontare e narrare pezzi di cultura sportiva non è mai troppo tardi, comunque.
Alessandro P.
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