Foto Ass. fotografica "Il Salmastro" |
Oggi intervistiamo uno dei cantautori livornesi più apprezzati fuori dalla nostra città, Luca Faggella. Attivo già dai primi anni '80, è con il suo album "Faggella canta Ciampi" che si fa conoscere da pubblico e critica diventando uno dei migliori interpreti moderni del repertorio del grande cantautore livornese. La sua carriera è ricca di album, spettacoli, premi e collaborazioni importanti, sia in veste di interprete che di cantautore. Nel video che troverete in fondo all'intervista, ha cantato (con Greta Merli e Elisa Arcamone) "King Wah", dal suo ultimo album Tradizione Elettrica, scritto con Giorgio Baldi.
N.B. Prima di cominciare, ti avvisiamo che ogni intervista di Livorno Acoustics è suddivisa in due parti. La metà che leggerai qui di seguito approfondisce gli aspetti legati al suo rapporto con le istituzioni e con la professione di artista, mentre l'altra metà che potrai leggere su Livorno Artistica è incentrata sul processo creativo del cantautore.
1. Cosa pensi della scena musicale di Livorno?
C'è molta collaborazione, anche se io rispetto alla scena livornese sono un po' avulso dopo quasi vent'anni di vita romana...mi sembra una scena ricca di idee e bellissimi progetti e realizzazioni.
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Il pubblico livornese è come frenato da certe inibizioni. Talvolta freddo, talvolta troppo caloroso. Come se aspettasse l'input a liberare il suo gradimento o meno a seconda del contesto. Mi sembra più matura la scena musicale, rispetto al suo pubblico.
3. Quali opportunità offre Livorno ad un musicista emergente?
Rispetto a quando ero ragazzo, quando locali non esistevano, ora si sta una meraviglia e ci sono dozzine di possibilità, di club e locali in cui gli esercenti si fanno in quattro magari anche salassandosi, pur di fare programmazione.
4. Quali sono i pregi o le peculiarità dei musicisti Livornesi? E quali i limiti o i difetti?
No non credo ci sia qualcosa di peculiare. Forse un difetto che abbiamo a Livorno è quello di sentirci a volte il centro del mondo e a volte il nulla...ci vorrebbe una via di mezzo, meno umorale.
5. Quanta influenza credi che abbia avuto Livorno sulle tue canzoni e sulla tua carriera?
L'influenza che ha qualsiasi “patria” su qualsiasi musicista al mondo.
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Le stesse difficoltà italiane: mancata valutazione complessiva dell'importanza delle arti e dell'artigianato, imposte e oneri troppo pesanti rispetto ai guadagni, assenza di “ammortizzatori sociali” per gli artisti come ci sono ovunque in Europa, soprattutto Francia e Germania.
7. Come affronti quelle attività, collaterali a quella prettamente artistica, necessarie per promuovere la tua musica?
Spesso se ne occupa l'agenzia, come anche della promozione, ma amo seguire ogni aspetto del progetto anche io, in prima persona. Poi lavorando anche come promotore e direttore artistico o di palco, conosco e amo tanti aspetti di questo mestiere.
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Si deve decisamente fare di più, soprattutto a livello istituzionale e prima di tutto incentivare l'arte di strada, il busking. Quella è la base da cui parte tutto.
9. Livorno presenta sufficienti servizi per la cultura (in particolare per la musica)?
A livello privato è sicuramente molto più avanti che a livello istituzionale.
10. Concludiamo con un appello al nuovo consiglio comunale e al nuovo sindaco Nogarin, dal quale tutti ci aspettiamo grandi cambiamenti soprattutto nel settore culturale. Di cosa hanno bisogno i musicisti livornesi per vedere valorizzato il proprio talento?
Intanto della libertà di suonare in strada senza ritrovarsi addosso nugoli di guardie municipali. Poi di interventi seri a favore di chi produce cultura, come certi locali che offrono spettacoli tutto l'anno e a cui dovrebbero essere alleggeriti i carichi fiscali locali (Tasi ecc.). Poi rivedere i regolamenti comunali sulla spettacolazione.
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