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Foto di livornodailyphoto |
Una delle maggiori istituzioni
culturali cittadine è sicuramente la Biblioteca Labronica che,
suddivisa in sedi sparse per Livorno, custodisce manoscritti,
autografi, antichi volumi, periodici passati e presenti, oltre che
ovviamente libri contemporanei.
Ma siamo sicuri sia tutto oro quel
che luccica?
Nata su ampliamento della più antica
Accademia Labronica fondata da Giuseppe Vivoli nel 1816, la
Biblioteca Labronica si è arricchita negli anni con fondi e lasciti,
come ad esempio il lascito Bastogi, una collezione di oltre 60.000
testimonianze manoscritte e autografe raccolte nel corso del XIX
secolo e donata al Comune di Livorno nel 1923 dagli eredi del Conte
Pietro Bastogi e fondi; conta oggi innumerevoli materiali, alcuni di
grandissimo pregio, basti pensare alla prima stampa della terza
edizione dell'Encyclopédie, stampata proprio a Livorno presso il
Bagno dei Forzati, o ai molti manoscritti di Ugo Foscolo e molto
altro.
Negli anni è stata suddivisa in
diverse sedi: la principale Villa Fabbricotti che custodisce 120.000
libri, 1.5000 manoscritti e l'Autografoteca; all'interno del
parco della Villa si trova anche la splendida biblioteca per ragazzi;
nel quartiere della Venezia si trova invece l'Emeroteca dove è
possibile consultare periodici attuali, ma anche antichi. Un’altra
sede è rappresentata dal Museo Fattori, attualmente oggetto di
ristrutturazione e ricollocazione dei volumi, aggiungerei un "fortunatamente" (la situazione a mio parere qualche tempo fa era
disastrosa, ma ci sarebbe da aprire molto più che una parentesi,
quindi la finisco qui); esiste poi la sede di Villa Maria con la
sezione contemporanea e la nuova biblioteca Niccolò Stenone.

Insomma, un bel patrimonio da gestire.
Purtroppo, come troppo spesso accade a Livorno, ha molte, troppe
falle. Iniziamo nel dire che non è così del tutto chiaro quale sede
conserva cosa a causa dei numerosi traslochi, ristrutturazioni e
spostamenti del materiale, ma la criticità forse più evidente è in
Villa Fabbricotti che è una biblioteca a scaffale chiuso, ciò vuol
dire che i volumi sono conservati in un magazzino e per consultarli
va fatta richiesta al personale, che provvederà a consegnarvelo.
Non
so sinceramente se la scelta dello scaffale chiuso sia stata fatta
per necessità (mancanza di spazi, fondi ecc.), o per salvaguardia
dei volumi, in tal caso questa soluzione non dovrebbe riguardare i libri più recenti che però sono anch'essi custoditi in magazzino; o per altre ragioni ancora. Penso per esempio alla
Biblioteca Nazionale di Firenze, che ha severe regole da seguire per
la consultazione e distribuzione di libri, di cui credo il principale
scopo sia appunto la conservazione.
Una biblioteca “normale”
dovrebbe invece invogliare gli utenti a prendere in prestito o
consultare i libri, e non tutti magari entrano dal portone con già
le idee chiare. Penso a quante volte sono entrata in biblioteca nel
mio paesello solo per il gusto di girare tra gli scaffali e lasciarmi
ispirare; o magari con già un’idea precisa in testa e uscire con
tutt'altro. Purtroppo è un'esperienza che avvicina molto alla
lettura, il contatto con i libri per me è fondamentale.
Inoltre, il
fatto di dover chiedere al personale, implica il fatto di sapere già
cosa si sta cercando e per quanto gentili siano, un po' di
soggezione nel domandare c’è o può creare dell'imbarazzo
mandare la bibliotecaria a prendere un libro in magazzino per poi
accorgersi che non si cercava quello e doverne domandare un altro.
Si
presume che essendo a scaffale chiuso, la Biblioteca disponga almeno
di postazioni fisse per la consultazione del catalogo online e per la
ricerca, purtroppo non è così (un pc a dirla tutta c’è in Villa
Fabbricotti, ma ogni volta che vado è spento, e chiedere di
accenderlo mi crea lo stesso imbarazzo di chiedere direttamente alle
bibliotecarie di cercarmi il libro).
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La casina del custode ad oggi si trova in pessime condizioni ed è pure sfitta, si potrebbe anche pensare ad un recupero di questi spazi. |
Quindi armatevi di pc, tablet o
cellulari. Altra grave mancanza di una biblioteca nel 2016 è a parer
mio la mancanza di servizi online per l’utente, oltre al sito
confusionario,
infatti non è possibile vedere lo stato dei propri prestiti o
rinnovarli, trovare il proprio storico dei prestiti e non so
sinceramente se sia possibile fare richiesta di un libro online, come
invece per esempio fanno moltissime biblioteche e per una fanatica
delle tessere come me, non c’è nemmeno la gioia di poter mettere
nel portafoglio la tessera della biblioteca, perché non le danno
più.
Quindi ne ho tre di Firenze, una di Milano, una del paese dove
andavo in vacanza, ma non ho quella di Livorno, e non potete capire
che malessere mi crea. Tutte queste mancanze della biblioteca sono
però sopperite egregiamente dalla gentilezza, professionalità e
dalla disponibilità delle bibliotecarie, ed è davvero raro trovarle
così. Per esempio, sempre tornando alla BNC di Firenze, ci saranno sì
un centinaio di pc, ma guai a chiedere un'informazione al
personale!
Fortunatamente a Livorno, il contatto umano resiste, anche
se immagino che un po' di tecnologia aiuterebbe anche lo stesso
personale. Per esempio, non sarebbe costretto ad inviare una lettera
postale per la mancata restituzione di un libro, ma basterebbe una
semplice email automatica del sistema, o non dovrebbero continuamente
chiamare i colleghi in magazzino con un efficace sistema di
prenotazione libri automatico, o almeno si potrebbe pensare a ridagli
la macchinina elettrica per andare a recuperare i libri in magazzini,
senza per forza andare a piedi. Magari gli utenti ne prenderebbero di
più, senza i sensi di colpa!
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