mi scuso per il fatto di aggiornare sempre più di rado, ma purtroppo impegni di lavoro e di studio ci rendono difficile scrivere con frequenza.
Il nuovo anno porta con sé quel periodo tanto temuto dai ragazzi universitari: la sessione d'esame. Dovendo quindi dedicarmi intensamente allo studio, ho purtroppo dovuto limitare la mia presenza su queste pagine. Va detto però, che sebbene non abbia avuto il tempo materiale per scrivere, non mi son certo mancate riflessioni e devo ammetterlo, molte son maturate anche grazie al contributo di ciò che leggevo e apprendevo sui testi d'esame.
Preparandomi per un esame di Storia dell'architettura e dell'urbanistica, mi è capitato di studiare un libro molto interessante, una raccolta di saggi e trattati, riguardanti l'ecostoria, di Piero Pierotti. L'ecostoria è lo studio delle modificazioni apportate dall'uomo all'ambiente (insediamenti, strade, modifiche all'ambiente e al paesaggi ), una materia che accoglie implicitamente dentro di sé, lo studio per architetture firmate da grandi nomi, opere di livello eccelso, ma anche opere di minor livello estetico, testimonianze della vita quotidiana di popoli e comunità.
In uno dei tanti temi, trattati da uno dei padri fondatori dell'ecostoria, si parla di un progetto di recupero per l'ex zuccherificio di Cecina. La riflessione, su uno studio di fattibilità proposto dalla giunta comunale di Cecina per trasformare l'impianto industriale, dismesso da anni, in una struttura polivalente che dovrebbe comprendere un teatro, un museo di archeologia industriale (la stessa fabbrica con i suoi macchinari), un polo espositivo utile per le conferenze e come centro studi. Ovviamente il saggio era ben più lungo e trattava con accuratezza ogni punto della proposta ( se volete approfondire "Il Metodo Ecostorico" di Piero Pierotti).
Pierotti, conclude, appoggiando la validità del progetto, che a ciò riuscirebbe a incrementare il turismo, ma anche il traffico di studiosi e ricercatori, con ovvi vantaggi per i cittadini.
Mentre leggevo questa proposta , la mia mente fantasticava , cercando delle similitudini con alcune strutture livornesi, reperti di archeologia industriale. Ce ne sarebbero molte da valorizzare, come ad esempio la Pirelli sul viale Carducci o il colorificio , strutture che rappresentano una ricchezza per il loro design e per il fatto di rivelarsi testimonianza reale, di un processo di lavorazione e fabbricazione, oggi assai diverso.
Come già detto, di strutture che meriterebbero di uscire dallo stato di degrado e abbandono, ce ne sono a decine , ma fra queste , una su tutte, meriterebbe di esser valorizzata. Parlo del vecchio silos del grano, abbandonato da anni, che svetta sopra il porto turistico di Livorno. Costruito negli anni '20 fu una delle prime strutture in cemento armato della città, capace con metodi all'avanguardia, di aspirare le granaglie, direttamente dalla stiva delle navi. L'estetica abbastanza ricercata fu decisamente appesantita con alcune modifiche apportate nel dopo guerra.
Il silos fu poi abbandonato e oggi svetta con i suoi 36 metri di altezza, sopra il Porto di Livorno, senza scopo alcuno. Nel 2001 in perfetta mentalità livornese , si fecero proclami e promesse , assicurando che sarebbe divenuto un Hotel . Ad oggi , niente è cambiato .
Il silos, parte integrante della skyline livornese, sembra una struttura minacciosa, monumento al degrado e all'abbandono, una statua che gli avventori avvistano ancor prima di toccare terra. Parliamo di una struttura che si trova proprio al centro del porto e solo quello rappresenta un valido motivo per riappropriarsi della struttura.
Probabilmente l'idea di un grosso albergo è da bocciare, essendo oggi recuperato l'Hotel Palazzo e considerato che anche un'altro ne sorgerà a Porta a Mare.
Mentre non bisogna bocciare l'idea di recuperarlo, che anzi è una priorità .
Come? Beh, lo posso ipotizzare ricorrendo alla fantasia, perché non conoscendo la planimetria della struttura né cosa vi sia rimasto all'interno, è ovvio che prima andrebbe fatto uno studio accurato.
L'edificio deve essere ristrutturato, magari ritoccandone il design esterno, in seguito potrebbe ospitare un centro polifunzionale , dove collocare un museo della navigazione e del porto e gli stessi macchinari del silos, costituirebbero reperti da esposizione. Una struttura che accoglierebbe i turisti da subito, mostrandoli la storia del nostro porto e i metodi di navigazione e commercio che qui si sono sviluppati nei secoli . Il tutto potrebbe essere realizzato, aggiungendo anche una sala congressi e un centro studi. Magari accogliendo anche qualche corso di studi , o specialistica inerenti il mare e la navigazione.La stessa torretta che svetta molto in alto, potrebbe fungere da postazione per avvistamenti o anche semplicemente per far godere dello splendido panorama.
Notate la forma più slanciata , prima del restauro . Tratta da Vecchia Livorno |
Il progetto potrebbe contare su una grande disponibilità di spazi e parcheggi e anche sulla presenza di altre strutture (non distante c'è un'altro silos e comunque gli stessi Macelli e la Fortezza Vecchia, sono nei pressi ).
Si potrebbe partire , organizzando studi e promuovendo un brain storm (raccolta d'idee) aperto a tutti i cittadini . Prima ho accennato alla figura dell'ecostorico , indispensabile a mio avviso , se si vuol dar vita ad un progetto che tenga di conto , delle peculiarità della città e dei suoi abitanti .
Si potrebbe partire , organizzando studi e promuovendo un brain storm (raccolta d'idee) aperto a tutti i cittadini . Prima ho accennato alla figura dell'ecostorico , indispensabile a mio avviso , se si vuol dar vita ad un progetto che tenga di conto , delle peculiarità della città e dei suoi abitanti .
Diverrebbe così , una struttura di richiamo per turisti e studiosi e un volano per l'economia disastrata della città, il tutto si inserirebbe alla perfezione nel progetto di riqualificazione del porto turistico, spesso annunciato dai vari enti portuali, ma mai cominciato.
Lasciarlo invece cadere a pezzi, avrà dei costi (per la demolizione e lo smaltimento) e renderà ancor più degradata l'immagine della città e del porto.Vi chiedo ora è possibile sprecare una risorsa del genere, una struttura che si trova al centro del porto turistico?
Ditemi la vostra
Ako
Sicuramente la situazione del Silos, come tante altre nostre "opere" è drammatica.
RispondiEliminaSapevo anch'io della proposta di riconversione in un albergo.
Ho visto la planimetria ed al suo interno ci sono cilindri armati che fungevano a suo tempo da raccoglitori di granaglie ma hanno anche funzione strutturale. Pensare di trasformarlo in un albergo la vedo una proposta un pò azzardata soprattutto per le ricadute in termini strutturali e inevitabilmente in termini economici.
Sicuramente l'aspetto originario del silos era di gran lunga migliore di quello dopo le varie aggiunte posticce. Un primo passo verso la sua riqualificazione sarebbe quello di riportarlo al suo stato originario e dopo pensare ad intervenire internamente adattando i vari spazi a funzioni di tipo pubblico.
Le funzioni da inserire sarebbero molte anche se quella legata alle attività di studio "marittime" credo siano state già assegante al nuovo "scoglio della regina".
Mi dispiace dirlo ma secondo me, arriveremo al punto che recuperarlo sarà talmente oneroso che l'unica via possibile sarà abbatterlo.
PS: sul mio Blog ho giusto postato un'esempio di recupero e rifunzionalizzazione in corso a Londra su una vecchia fabbrica degli anni '30!
Simona
Simona , allo Scoglio , intensificheranno lo studio sulla Robotica marina , iniziativa lodevole (fra le poche) . Non abbiamo un museo del porto e della navigazione ,e qualche assessore parlava di farlo sull'aria (Aerei) ,ci rendiamo conto ? ... un centro congressi , ci manca . Un edificio del genere , potrebbe convogliare il tutto , senza troppe spese .
RispondiEliminaI soldi mancano ovunque , però a Pisa si recuperano i macelli per farci la cittadella Gallileiana , a cecina si recupera l'ex zuccherificio , a Livorno ? Si prende il sole .....grazie mille , continuate a seguirci
la prima cosa che vedi quando arrivi nel porto,un silos diruto, con struttura in cemento armato e onestamente nemmeno poi così bello, complicatissimo da riorganizzare internamente,quell'aggeggio va semplicemente demolito.
RispondiEliminaNon credo sia così difficile da convertire , si trasformano ex teatri in librerie , una struttura del genere , non dovrebbe nemmeno cambiare strutturalmente , perchè essa stessa , reperto degno di esser conservato ...
RispondiEliminabuonasera,
RispondiEliminalavoro nel campo delle spedizioni internazionali, le Vs sono tutte ottime idee ma sappiamo che il ns comune non investira mai, in questo momento, in musei poli culturali.. ecc... Livorno ha bisogno di Lavoro, credo una delle soluzioni migliori, a mio avviso, sia quella di creare uffici dedicati prevalentemente al settore delle spedizioni, dato l'elevato nr di Spedizionieri e Agenzie marittime presenti sul territorio. Il comune dovrebbe affittare con importi agevolati, gli uffici a queste agenzie e magari vendere con mutui agevolati a chi vuole comprare. Nessuno impedisce di creare una mensa per i dipendenti di tutte le ditte e un piccolo alberghino per i clienti delle agenzie. Chiaramente anche da queste attivita' il comune percepirebbe un affitto sulla gestione. si potrebbe inserire nella struttura anche una sala convegni dove gli spedizionieri e le agenzie potrebbero incontrarsi per presentare tutti i problemi che impediscono lo sviluppo del ns porto e interporto.
questa e' la mia idea. Livorno vive di porto e se continuiamo a far finta di niente...
questa e' la mia discutibilissima opinione.
Questa cosa andava fatta 10 anni fa invece di far arricchire privati che hanno ristrutturato in maniera obsoleta edifici come quelli in via S. Orlando e Via delle cateratte.
Matteograniero@virgilio.it
Concordo in pieno,le potenzialità anche in questo campo le abbiamo,ma come al solito preferiamo bruciare ogni risorsa.Mi piacerebbe comunque saperne in più,in merito a questo mondo.
RispondiEliminaSaluti
Ako
Ako sono a disposizione, ho 29 anni ma sono da 9 anni in questo settore.
RispondiEliminaCiao,di che tipo di collaborazione parli?
RispondiEliminaPerché non accentrare in un unico luogo Agenzie marittime raccomandatarie e di spedizione, Dogana, Capitaneria di porto (con osservatorio dalla torretta) e Vigili del Fuoco? Inoltre, compatibilmente con l'adeguatezza degli spazi non si dovrebbe trascurare la vocazione museale della struttura.
RispondiElimina2 ordini di vantaggi: accentramento degli attori del porto di Livorno in un unico luogo;
liberazione degli edifici di provenienza degli enti pubblici, molto interessanti per la loro attitudine ad una utilizzazione turistica
Anche la tua proposta è molto interessante, in ogni caso sarebbe bene rianimare una struttura cosi grossa e locata in un punto tanto strategico per Livorno.
RispondiEliminaTi ringraziamo per il commento, continua a seguirci.