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giovedì 16 ottobre 2014

Due livornesi a Pisa - Occhio su Luca Dal Canto


Si è aperta il 3 ottobre a Palazzo Blu la mostra "Modigliani et ses amis", esposizione delle opere dell'artista livornese che racconta la sua formazione ed il periodo parigino esponendo opere pittoriche e sculture. Ma Modigliani non è l'unico livornese ospitato nella storica sede espositiva pisana.





Verrà infatti inaugurata venerdì 17 la mostra fotografica "I luoghi di Modigliani oggi. Tra Livorno e Parigi", mostra fotografica, già presentata a Livorno presso la Bottega del caffè la scorsa estate, che narra la storia dell'artista attraverso foto di luoghi livornesi e parigini, scenari della sua vita privata e artistica. La mostra è frutto dell'ingegno e della passione di Luca Dal Canto, giovane regista e fotografo livornese a cui per l'occasione abbiamo posto alcune domande


Penso tu sia il tipico esempio del sogno realizzato: vivere della propria passione. Ma com’è nata questa passione?
E’ nata sin da piccolo, grazie ai miei genitori. sono cresciuto in una famiglia dove la Cultura veniva prima di tutto e quindi già a 5 anni leggevo i miti greci e volevo visitare gli scavi archeologici di tutta Italia. Poi c’era mio zio storico dell’arte... Insomma ho sempre detto che da grande avrei voluto occuparmi di Arte o Cultura (ignaro di tutte le varie difficoltà che conosciamo) e sto mantenendo la promessa, con mille difficoltà. All’età di 16 anni, poi, mi sono appassionato alla regia cinematografica e alla fotografia e da lì sono partito. Prima gli studi universitari e poi la pratica con i più grandi registi italiani, fino ai miei primi lavori pubblicitari e di cortometraggi.


I professionisti della "cultura"rischiano di non essere presi sul serio e di dover lavorare ai proprio progetti gratuitamente, ti è mai successo di trovarti in questa situazione?
Triste verità. La situazione italiana è tragica. Chi opera nell’ambito culturale non è considerato un lavoratore, non è rispettato. Si dà per scontato che sia un hobby e per questo motivo raramente si è presi sul serio. Altro grande problema di questo Paese è l’amatorialità. Ormai chiunque si sente artista, fotografo, regista… Non c’è più preparazione, qualità. Tutto è superficiale e chi lo fa come secondo lavoro, quasi a mo’ di passatempo, ha letteramente distrutto il mercato culturale (perché anche in Cultura di mercato e di motore economico si tratta). Purtroppo mi è capitato più di una volta e quando ho cominciato a frequentare l’estero, Francia soprattutto, ho capito che fuori da qui è completamente un’altra situazione. Tornassi indietro di 10 anni mi trasferirei domani… Ma non è detto che lo faccia anche ora!

Quali sono stati i tuoi maestri?
Ringrazierò per tutta la vita i primi che mi hanno dato la possibilità di lavorare nel cinema e su un set: Enrico Oldoini, Federico Marsicano e Gianni Costantino.
Dal 2006, anno in cui li ho incontrati, la mia vita, dal punto di vita professionale, è cambiata completamente ed è anche grazie a loro che ho avuto, in seguito, la fortuna di lavorare, e imparare moltissimo con registi come Sergio Rubini e Daniele Luchetti.

Che ruolo ha Livorno nei tuoi progetti?
Ha avuto un ruolo fondamentale, soprattutto come ispirazione e ambientazione.  E’ una città unica e magica, che tuttavia nell’ultimo decennio è in preda a una crisi culturale senza precedenti.

I tuoi cortomeraggi “Il cappotto di lana” e “Due giorni d’estate” sono stati presentati a festival internazionali e ottenuto riconoscimenti. Quali obiettivi ti poni da qui in avanti?
Devo dire che sono stati successi inaspettati, prima di tutto perché sono film prodotti a budget veramente bassi, praticamente senza troupe e con pochissimi mezzi tecnici. Nonostante ciò, in due anni sono stati selezionati in 62 festival nazionali e internazionali, tra cui il 67° Festival di Cannes (fuori concorso), e hanno ottenuto in tutto 17 premi. Un risultato che mi ha reso orgoglioso dei miei lavori e mi ha dato la forza per continuare. Ho molti progetti in ballo, tra cui un lungometraggio e un docu-film che verrà prodotto in Francia… Staremo a vedere. In questo settore si vive giorno dopo giorno, senza mai sapere quello che accadrà.


Domani verrà inaugurata la tua mostra fotografica nel bookshop di Palazzo Blu  “I luoghi di Modigliani. Tra Livorno e Parigi” che ha avuto molto successo a Livorno, durante Effetto Venezia. Quali aspettative hai riguardo la tua mostra e che effetto provoca vedere il proprio catalogo affianco a quello dei quadri di Modì?
Sicuramente è un altro motivo di orgoglio. La location di Palazzo Blu è veramente importante e spero che la mostra continui anche lì il suo successo, in vista delle altre esposizioni previste nel 2015, tra cui una anche a Parigi.

Cosa rappresenta per te Modigliani?
Modigliani è il più grande artista del Novecento. E’ il sunto perfetto, ante litteram, della geniale testardaggine labronica, che quando esce dai propri confini esprime al massimo tutte le sue potenzialità artistiche e culturali.

Quali ostacoli hai incontrato durante la realizzazione il progetto?
Infiniti. Sponsor che si mostravano interessati e poi improvvisamente sparivano. Promesse che non venivano rispettate… e parole, quelle tante.
Uno su tutti: un’importante istituzione locale operante in campo turistico mi aveva promesso spazi espositivi e aiuto economico. Beh, quando tutto sembrava fatto ci hanno ripensato perché “scusaci, ma abbiamo già troppi turisti da gestire, la tua mostra sarebbe di loro interesse e ci complicherebbe ancora di più la situazione.” No comment.

Qual è il progetto che non sei mai riuscito a realizzare?
Per adesso il mio primo lungometraggio… Ma non ci rinuncio ancora.

Tornando alla città di Livorno, credi che i giovani livornesi siano interessati ad iniziative culturali e artistiche, o per esperienza tua hai notato che in altre città è più facile coinvolgere un pubblico giovanile?
Livorno è una città italiana e vive, più o meno, le stesse problematiche di tutti gli altri capoluoghi della penisola. Devo ammettere che ultimamente la situazione mi sembra stia peggiorando sempre più. C’è poco interesse da parte dei giovani (poco rispetto magari a altre città universitarie, ad esempio) e laddove esiste, rimane spesso (non sempre) ancorato a pregiudizi provinciali. Livorno è piena di artisti, molti di qualità, ma il rischio è sempre quello di venire risucchiati dalle conventicole cittadine e non guardare oltre il proprio naso.

Credi sia difficile per un giovane livornese emergere? Quali consigli daresti ad un giovane della tua città che volesse vivere della propria passione?
Molto difficile se, come dicevo, non si guarda oltre la città. E’ inevitabile. Per crescere bisogna viaggiare, osservare, lavorare in altri contesti e capire di ognuno i pregi e i difetti. Poi si può anche tornare, come ho fatto io, ma bisogna farlo consapevolmente, quando è il momento giusto.
Un consiglio su dove andare? Assolutamente all’estero, senza neanche pensarci.

Un bilancio della risposta della città Livorno alle tue iniziative?
Direi molto più positivo di come mi immaginavo, soprattutto per quanto riguarda la mostra “I luoghi di Modigliani”. E questo mi ha reso felicissimo perché Livorno è Livorno!
Quello che ho notato è che rimane spesso, sia per i miei lavori che per quelli di altri artisti labronici, quell’orrendo pregiudizio che “ah, ma se l’ha fatto un livornese, dé allora ‘un è niente di che”. Salvo poi ricredersi.


Non mi resta che ringraziare moltissimo Luca Dal Canto per la disponibilità e fargli un grosso in bocca al lupo!
e voi, cari lettori non perdetevi l'occasione di vedere due mostre di grande valore, l'appuntamento è a Palazzo Blu.


Fonti foto: www.livorno-effettovenezia.it
www.cinemaitaliano.info
www.iluoghidimodigliani.wordpress.com
www.lucadalcanto.com


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1 commento:

  1. Complimenti per la mostra, l'ho visitata questa estate alla Bottega del Caffè durante Effetto Venezia e hai fatto riaccendere in me la passione per quell'enigmatico e geniale personaggio che era Modigliani, tant'è che dopo aver rivisitato i luoghi di Modigliani a Livorno e la mostra che c'è in questi giorni a Pisa, vorrei tornare a Parigi a visitare i luoghi da te documentati. Grazie mille e spero che farai nuove iniziative del genere!

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