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I
Baryonyx sono una band emergente molto interessante che rappresenta forse il miglior esempio di come sia possibile trovare la propria strada evolvendo il proprio stile man mano che si procede con la carriera. Da un iniziale alternative rock, la musica dei Baryonyx ha subito influenze di altri generi, arrivando a trasformarsi in un ottimo rock elettronico italiano. La
band infatti è stata inserita in diverse compilation a livello nazionale ed
internazionale a fianco di molti artisti importanti(Velvet, Modena City Ramblers e altri). Nel nostro video, girato all'interno del Silos delle Granaglie, ci presentano in versione acustica una nuova canzone 'Mondo a Colori' che siamo sicuri vi rimarrà in testa per giorni.
N.B. Prima di cominciare, ti avvisiamo che ogni intervista di Livorno Acoustics è suddivisa in due parti. La metà che leggerai qui di seguito approfondisce gli aspetti legati al suo rapporto con le istituzioni e con la professione di artista, mentre l'altra metà che potrai leggere su Livorno Artistica è incentrata sul processo creativo del cantautore.
1.
Cosa pensi della scena musicale di Livorno?
MATTEO:
Penso che a Livorno ci siano molti musicisti con talento da vendere,
il problema è che in molti casi questi musicisti si sentono già
arrivati illudendosi di essere artisti completi.
La
realtà Livornese ha un giro tutto suo dove è possibile entrare con
facilità e attingere da essa ispirazione. I
BARYONYX infatti hanno collaborato con molti artisti livornesi per
vari progetti e io ho stretto amicizie in campo musicale con persone
che vedono la musica al mio stesso modo, che non si montano la testa,
che si rispettano tra loro e che umilmente salgono ogni volta sul
palco cercando nel loro piccolo di affascinare.
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2.
Cosa pensi del pubblico livornese (relativamente alla musica)?
MATTEO:
Diciamo che adesso la musica rock come la vedo io sta andando a
morire, lasciando spazio alla musica elettronica moderna.
Di
conseguenza anche gli ascoltatori diminuiscono e i locali dimezzano
le loro entrate, preferendo far suonare le cover band al posto delle
band con materiale inedito. Per me per risvegliare l'interesse dei
Livornesi verso la musica rock, come quello di ogni altra persona
anche fuori da Livorno, ci vogliono semplicemente più locali
disposti a fare suonare molto e anche più etichette che investono
completamente sull'artista, senza chiedere coproduzioni.
3.
Quali opportunità offre Livorno ad un musicista emergente?MATTEO:
La vita di un musicista nella nostra città è molto dura. A Livorno
ci sono pochi locali che prendono delle belle iniziative e fanno
partire dei progetti importanti per portare la musica indipendente
degli artisti sul palcoscenico. Un peccato perché a Livorno
ci sono molte band in gamba e con una grande voglia di fare e di
mettersi in mostra. Inoltre esistono assai poche personalità di
riferimento da cui attingere ispirazione.
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4.
Quali sono i pregi o le peculiarità dei musicisti Livornesi? E quali
i limiti o i difetti?
ANTONIO:
I musicisti livornesi, come tutti quelli del resto d’Italia, si
dividono tra disponibili alle collaborazioni e rivali senza pietà.
Farsi la guerra tra band in una situazione come questa non capisco
proprio a cosa serva. Gli artisti livornesi (non solo i musicisti)
hanno un grandissimo pregio, che è quello dell’essere stravaganti,
estroversi, divertenti, creativi come nessun’altro. Sappiamo farci
apprezzare da tutto il mondo per le nostre creazioni. Cerchiamo di
unirci tutti insieme. Chi vuole dividerci è perché se ne vuole
approfittare. Io dico spazio all’arte e spazio a chi sa incantare
con la musica.
5.
Quanta influenza credi che
abbia avuto Livorno (e i livornesi) sulle tue canzoni e sulla tua
carriera?
ANTONIO:
Nelle fasi iniziali direi che abbiamo avuto un'influenza importante
dalla città, nel senso dei generi musicali più suonati tra i nostri
coetanei. Col passare del tempo però ci siamo evoluti in un genere
musicale che ci ha distaccati da Livorno avvicinandoci più a realtà
del nord italia. Rimaniamo comunque molto legati alle nostre origini.
Scrivere un pezzo sulla nostra città è un'idea che ogni tanto mi è
passata per la testa, ma poi abbiamo anche pensato che ultimamente ne
sono state scritte anche fin troppe e saremmo caduti nel banale. In
futuro però non lo escludo. Se avessi vissuto in un altra
città...dipende da quale città! Probabilmente le realtà
metropolitane hanno più sbocchi professionali, ma è più alta
la concorrenza ed è difficile emergere. Fondamentalmente penso che
Livorno mi abbia fatto essere il musicista che sono nel bene e nel
male quindi credo che sarebbe stata tutta un altra storia.
6.
Quali sono le difficoltà economiche, burocratiche e istituzionali
che un musicista emergente incontra (in generale e a Livorno in
particolare)? Come le hai affrontate e, eventualmente,
superate?
ANTONIO:
Queste difficoltà sono presenti su tutto il territorio nazionale e
non solo a livello musicale. Ritengo che la questione più importante
da risolvere sia la tutela del diritto d’autore, che al momento non
è gestita molto bene. Un'altra questione importante sarebbe la
disponibilità dei locali a far suonare musica dal vivo, dando il
giusto riconoscimento a chi presta questo servizio. Purtroppo chi
gestisce i locali ha mille questioni burocratiche da risolvere a
livello di permessi e di SIAE e finisce che non concede spazi nel
locale o fa suonare con compensi veramente minimi. Purtroppo dobbiamo
sperare che a livello amministrativo qualcuno si occupi della
questione.
7.
Come affronti quelle
attività, collaterali a quella prettamente artistica, necessarie per
promuovere la tua musica?
ANTONIO:
Nell’ultimo anno l’attività di promozione l’abbiamo affidata alla nostra etichetta “Ghostrecord Label” di Leandro Partenza che gestisce anche l’attività di distribuzione attraverso “Crashsound Distribution”. Fino ad ora ci siamo sempre mossi nell’ambito dell’underground ma con i nuovi lavori stiamo dando un taglio più commerciale: sotto questo aspetto ritengo che abbiamo trovato un valido appoggio con la nostra etichetta e credo che col nuovo progetto verrà fuori un lavoro professionale. No resta che aspettare..
Nell’ultimo anno l’attività di promozione l’abbiamo affidata alla nostra etichetta “Ghostrecord Label” di Leandro Partenza che gestisce anche l’attività di distribuzione attraverso “Crashsound Distribution”. Fino ad ora ci siamo sempre mossi nell’ambito dell’underground ma con i nuovi lavori stiamo dando un taglio più commerciale: sotto questo aspetto ritengo che abbiamo trovato un valido appoggio con la nostra etichetta e credo che col nuovo progetto verrà fuori un lavoro professionale. No resta che aspettare..
8.
Cosa pensi dell'attività
delle varie associazioni o enti culturali a Livorno?
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ANTONIO:
Non voglio essere cattivo nei confronti della nostra città, ma
ritengo che Livorno non offra grandi occasioni come festival e
manifestazioni, né tantomeno come produzioni discografiche. Per
farla breve, se non rientri nei giri giusti o suoni il solito genere
musicale (senza fare nomi, è già abbastanza chiaro così) a Livorno
sei fuori. Non c’è cultura della “fratellanza musicale” che
invece ho trovato in altre città dove, paradossalmente, la cultura
musicale sarebbe ben più scarsa della nostra. Dovremmo fare tutti
gioco di squadra, invece di farci la lotta l’uno contro l’altro.
9.
Livorno presenta
sufficienti servizi per la cultura (in particolare per la musica)?
ANTONIO:
La risposta a questa domanda non è semplice. A livello nazionale
l’unico percorso certificato a livello musicale sarebbe quello del
conservatorio, ma per chi vuol fare musica moderna non sembrerebbe
una scelta percorribile (poi ognuno decide a modo suo). A Livorno ci
sono molte realtà di studi di registrazione, alcuni più
professionali di altri, sale prova e anche scuole di musica di
livello primario. Però per trovare accademie musicali rinomate o
studi di registrazione professionali ritengo ci si debba spostare in
altre città (Firenze, Milano, Roma …).
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10.
Concludiamo con un appello
al nuovo consiglio comunale e al nuovo sindaco Nogarin, dal quale
tutti ci aspettiamo grandi cambiamenti soprattutto nel settore
culturale. Di cosa hanno bisogno i musicisti livornesi per vedere
valorizzato il proprio talento?
MATTEO
E ANTONIO: Questo avvenimento politico potrebbe essere una buona
occasione per cambiare le carte in tavola a livello artistico, locale
e non. L’ultimo vero evento musicale di grande importanza è stato
l’Italia Wave, qualche anno fa, di cui l’ultima edizione è stata
di scarso rilievo. Se dovessimo dare un suggerimento alla nuova
amministrazione direi di organizzare non uno ma molti eventi
artistici visto che la nostra città propone veramente tanti artisti.
Possibilmente, aggiungerei, dando spazio a tutti contrariamente a
come è successo negli ultimi anni. Fino ad ora qualche evento locale
che promuovesse i nuovi talenti è già stato fatto, però sempre da
singoli, spesso senza grandi sponsor alle spalle. Dovremmo ripartire
da questi esempi però in larga scala.
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