Parafrasando un celebre libro e in
seguito film, ecco che anche il blog Occhio Livorno vuole dire la sua
sull'evento più atteso e chiacchierato dell'estate Livornese: Effetto Venezia. La kermesse si è conclusa domenica e sulla buona
riuscita e la portata rivoluzionaria dell'evento sono sicuri in
molti: dagli assessori, al sindaco e anche i giornali. Non è
difficile capire fin dalle prime parole del titolo di questo articolo
che noi con molta onestà, non abbiamo visto né capito dove fossero
questi segnali positivi sui quali si va parlando sulla carta
stampata.
O quantomeno anche se presente qua e là qualche miglioria, ci sembra che il contesto generale resti comunque al di sotto delle potenzialità e delle aspettative che nutriamo per questa manifestazione.
Non vogliatecene se non condividiamo questo straordinario entusiasmo, probabilmente necessitiamo di qualche iniezione di fiducia, ma fatichiamo davvero a vedere questa discontinuità con le precedenti iniziative. Poco sembra cambiare dalle altre edizioni quando a Palazzo Civico sedeva Cosimi, e ancor meno cambia dall'edizione di “transizione” così definita da sindaco lo scorso anno. Non voglio negare che qualche passo in avanti sia stato fatto, ma mi pare troppo poco per parlare di un Effetto Venezia risorto dalle sue ceneri.
O quantomeno anche se presente qua e là qualche miglioria, ci sembra che il contesto generale resti comunque al di sotto delle potenzialità e delle aspettative che nutriamo per questa manifestazione.
Non vogliatecene se non condividiamo questo straordinario entusiasmo, probabilmente necessitiamo di qualche iniezione di fiducia, ma fatichiamo davvero a vedere questa discontinuità con le precedenti iniziative. Poco sembra cambiare dalle altre edizioni quando a Palazzo Civico sedeva Cosimi, e ancor meno cambia dall'edizione di “transizione” così definita da sindaco lo scorso anno. Non voglio negare che qualche passo in avanti sia stato fatto, ma mi pare troppo poco per parlare di un Effetto Venezia risorto dalle sue ceneri.
Foto di www.livorno-effettovenezia.it |
L'estate livornese perdeva così,
almeno 5-6 giorni di festa, ai quali se ne aggiungeva un altro, in
quanto la Notte Bianca coincidendo con il Sabato 29 di Effetto
Venezia, finiva per esserne fagocitata divenendo ben poco. Non mi
fraintendete, non voglio criticare gli eventi organizzati per la
notte Bianca, che solitamente si svolge fra le vie del Centro e il
lungomare, ma è innegabile che la gran parte della gente abbia preferito restare a Effetto Venezia, e anche come intrattenimento
notturno le feste sul Lungomare siano state preferire alla discoteca
organizzata in Fortezza Vecchia.
Con così pochi eventi a Livorno
durante tutto l'anno, c'è davvero la necessità di farli coincidere
negli stessi giorni?
Detto questo, va riscontrato che
comunque la serata di sabato sera è stata davvero ben organizzata,
quasi magica, la Fortezza Vecchia riaperta e in musica riportava alla
mente estati passate, ma oltretutto con un'organizzazione perfino
migliore, con lo staff del Mammamia trasferito all'interno delle mura
medicee e musica elettronica nel piazzale antistante il monumento. Ha
richiamato molte persone da fuori, e dovrebbe far riflettere, se ve ne
fosse ancora bisogno, sulle potenzialità di Livorno anche come metà
di entertainment.
Tornando alle criticità della
kermesse, credo che l'orario fosse un po' troppo ristretto, le
bancherelle ad esempio iniziano a smontare a mezzanotte, e
considerando che molti di quelli che vi partecipano venendo da fuori si fermano a mangiare nei ristoranti della Venezia, affrontando
lunghe file e servizi ai tavoli congestionati, mi chiedo quanto tempo
avessero per girarsi l'evento.
Le bancarelle, poi, meritano un discorso
a parte. Grazie al coinvolgimento della Proloco, si è riusciti a
riportare un po' di artigianato italiano all'interno della fiera, e
questo non può che fare piacere. Migliore qualità, ma un numero di
banchetti che mi sembra esiguo, se penso ad edizioni passate in cui
via San Marco era piena di bancarelle e si arrivava a
svolgere eventi anche in Piazza del Municipio. Inoltre da quanto so,
molti commercianti di storica partecipazione sono rimasti esclusi
dall'evento, in particolare gli antiquari e i librai.
Persa la ruota panoramica il Carosello,
che è rimasta su lungomare, Via Borra è rimasta quasi deserta,
quando con poca spesa si potrebbe quanto meno dedicarla agli artisti
di strada.
Foto da www.livorno-effettovenezia.it |
Il mainstage, come sempre negli ultimi
anni, è stato installato in Piazza del Luogo Pio, dove si son
esibiti Karima, Bobo Rondelli, Nada, Playing for Change, Garibaldi
Bros, tutti molti bravi, ma anche qui dove sta la novità?
Praticamente nessuno di loro era alla prima edizione, e ogni tanto
uscire dai confini livornesi (ovviamente fanno eccezione i Playing
for change) non sarebbe male. Mi chiedo come mai a Lucca riescano a
portare in 10 giorni Elton John, Bob Dylan. Snoop Dogg, Lenny
Kravitz; a Prato Negrita e Caparezza; in piccoli borghi Patty Smith,
e perfino Bolgheri se la cava con Bocelli e Renga, e noi invece
dobbiamo dar sempre prova del nostro fiero machismo livornese. Ripeto
non mi riferisco alla qualità degli artisti presenti, qualcuno
potrebbe obbiettare che Bobo Rondelli sia meglio di Renga, ma dal
fatto che Livorno debba sempre riciclare se stessa.
In ogni caso, le serate sul main stage
sono state comunque piacevolissime e gli artisti tutti molto bravi.
Foto di Daniele Fadedboy |
Ci
sono state altre iniziative di buona qualità come la mostra fotografica
in Fortezza Nuova, ma anche in Palazzo Huigens, come sicuramente lo
è stato il concerto diretto da Sardelli. Interessante il video
mapping sui muri della Fortezza e dei palazzi. Su tutti, il luminarum
Miracoco di Architectures of Air, un progetto internazionale che ha
portato un po' di fresco e novità in una città che troppo spesso è
capace solo di guardarsi l'ombelico.
In
conclusione, ho trovato generalmente abbastanza buona la qualità
degli eventi, ma troppo pochi, come invece troppi gli spazi vuoti in
un quartiere che alla fine non è poi così grande.
Molti
i miglioramenti per quanto riguarda la qualità dei banchetti, ma
anche qui troppo pochi se paragonati ad edizioni precedenti. Anche
per i numeri ho qualche dubbio a credere che si sia trattato di quel
record come ha detto Nogarin, lo è se paragonato allo scorso anno,
manifestazione che fu falcidiata dal tempo pessimo; a mio avviso
invece anche l'afflusso è stato alto ma ordinario.
Devo
invece notare notevoli miglioramenti per quanto riguarda la
promozione, sia quella virale dei social, così come l'ideazione di
un bel logo, sia cartacea, seppur in molti hanno riferito
iniziata troppo tardi, ma comunque un gran passo in avanti rispetto
alle scorse edizioni su cui in ottica di promozione non si faceva
niente.
Resta
il fatto che, comunque, mi sembra davvero poco per parlare di edizione
rivoluzionaria o edizione da record e non sono rimasto deluso da un
cambiamento che fatica ad arrivare, ma dal modo in cui si cerchi di
convincere tutti che questo sia già arrivato.
Credo invece che una rapida soluzione a
buon mercato per dar nuova vita all'evento sia anche quella di
ricordarsi con quali fini si pensò di dar vita a questo appuntamento
nel 1986, ovvero quello di “contribuire al recupero culturale,
storico, architettonico e commerciale di uno dei quartieri più
caratteristici”. Io come ogni anno, durante Effetto Venezia, ne
approfitto per visitare Chiese e edifici che sennò difficilmente
avrei modo di vedere, vuoi perché chiusi o perché adibiti a
funzioni con cui raramente ho a che fare. Quest'anno, mentre ero
nella Chiesa di San Giovanni, mi è capitato di sentire un gruppetto
di livornesi non più di primo pelo (60 anni circa) che per la prima
volta vedeva gli interni di quella Chiesa, e tutti loro ne erano rimasti
molto sorpresi.
E allora mi sono immaginato come sarebbe diverso un
Effetto Venezia che sfruttasse e mostrasse tutte le particolarità di quel
quartiere. Ad esempio quest'anno il museo di Santa Caterina era chiuso e così reso inaccessibile anche la visita al tetto e al suo meraviglioso panorama; suppongo che il comune potrebbe mostrare un po' di interesse nell'aiutare gli istituti religiosi e culturali a rimanere aperti e magari anche ad organizzare qualcosa di più organico.
Foto di livornodailyphoto.blogspot.it |
Si potrebbe, osando, riuscire anche a
tenere aperti tutti gli spazi delle Fortezze, ed ad organizzarvi qualcosa, questo
vale anche a maggior ragione per tutti quegli edifici chiusi tutto
l'anno, come il Teatro San Marco, gli ex carceri dei Domenicani, ma
anche con visite guidate a gli ex Macelli e Forte San Pietro, ai
molti palazzi nobiliari, al centro sismografico davanti alla Fortezza
Nuova (che Livorno si è dimenticata di avere) e allo splendido
Ponte di Marmo, con epitaffi vergati fin dal '600, ma che così
presentato finisce per essere una delle tante spallette dove sedersi
e basta. I cittadini si vedrebbero riconsegnati, almeno per pochi
giorni, luoghi chiusi da anni che i più giovani hanno visto solo in
cartolina, e si farebbe conoscere agli avventori la straordinarietà
di un quartiere unico.
È vero, abbiamo voluto trovare tutte
le criticità, i difetti, insomma il pelo nell'uovo di questa
edizione 2015, ma credo che per fare un bilancio oggettivo non si
possa solo vedere i lati positivi, pensando sia andato tutto alla
perfezione. Se, come annunciato dal sindaco, l'intenzione è quella
di far diventare Effetto Venezia un evento nazionale e addirittura
europeo, aprendo anche ai croceristi, credo che trovare i punti da
migliorare sia non necessario, ma fondamentale.
Mi scuso se questo intervento sia
risultato troppo critico nei confronti della kermesse che ha
sicuramente avuto un'edizione positiva, ma la mia riflessione
riguardava quanto sia effettivamente avvenuta la rivoluzione tanto propagandata dai giornali (senza
peraltro spiegare in cosa sia consistita).
Ako e Fede
Ako e Fede
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