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lunedì 3 dicembre 2012

La rabbia di una generazione dimenticata

Ovviamente anche sul nostro blog non poteva mancare una riflessione sulla vicenda accaduta ieri, davanti alla prefettura, figlia degli scontri e delle tensioni che si sono succeduti in questi giorni frenetici.

Scontri davanti alla Prefettura
Tutto è cominciato Venerdì 30 Novembre: al Terminal Crociere, dove chiudeva la campagna per le primarie Pierluigi Bersani. Un gruppo di contestatori (sulle testate locali si parla di studenti e precari) cerca di entrare nella sala dove si svolge il comizio di Bersani,  con loro anche alcuni striscioni contro la Tav in Val di Susa.
Non si è lasciato spazio al dissenso e a differenza dell'ultima volta, quando il bersaglio delle critiche fu Renzi, le forze dell'ordine non permettono ai contestatori di entrare, ma di tutta risposta si  procede  a respingerli con la forza, con quelle che vengono chiamate "cariche di alleggerimento".

Da questo momento in poi , si surriscaldano gli animi e il giorno dopo, nel centro cittadino, si svolge un presidio per denunciare le provocazioni e le violenze subite il giorno prima.
Il presidio che si trovava in Piazza Cavour, che era riuscito a coinvolgere anche qualche passante e curioso, viene caricato dal reparto antisommossa provocando anche alcuni feriti e diversi contusi.

Se prima gli animi erano incandescenti, adesso bruciano, e il gruppo formato da contestatori, studenti, precari ecc... , organizza un altro appuntamento per il pomeriggio del 2 Dicembre.
Per le vie del centro sfila un corteo formato da molti livornesi, sarebbe impossibile per me dare delle stime precise, il Tirreno ne conta 200, mentre comunicati dell'ex Caserma parlano di oltre 1000 persone.
Ma stavolta i comandi impartiti alle forze dell'ordine sembrano diversi, e quando il corteo raggiunge le porte della prefettura, gli agenti sono poche decine, senza casco e senza equipaggiamento antisommossa.

Uno striscione del corteo. Foto tratta da QuiLivorno


Questo certo non placa gli animi e fra insulti, lanci di sassi e di altro materiale, si dà inizio alla controffensiva dei dissidenti. Offensiva che assume dimensioni sempre più grandi e che vedrà alcuni dei partecipanti al corteo impegnarsi in quello che dai giornali sarà rinominato "Assalto alla prefettura". Qui il bilancio degli scontri è a sfavore delle forze dell'ordine, che contano diversi feriti e si parla di un'aggressione anche ad una giornalista.

Il resto è noto a tutti, i comunicati delle  varie forze politiche, della stampa e dei dissidenti, si sprecano in  un "cacciucco" di veleni, rivendicazioni  e contraddizioni.
Eppure nonostante la sfida dei comunicati (in gran parte facilonerie e strumentalizzazioni) delle varie formazioni politiche, nessuna di queste, ha pensato a porsi dei dubbi e far suscitare alcune indispensabili riflessioni.

La violenza di per se è da condannare, credo che in pochi affermerebbero il contrario, ma farlo senza porsi alcuna domanda, senza chiedersi cosa abbia spinto questi ragazzi e ragazze a protestare, sarebbe assurdo, sicuramente controproducente.

Ovviamente ha contribuito la gestione della vicenda: respingere  i contestatori con la forza, è l'azione più incauta a cui abbiamo assistito. Reprimere con il pugno duro il dissenso dei giovani, è una mossa pericolosa, perché così si dà spazio agli esaltati (da una parte e dall'altra ) che aspettano solo l'opportunità di sfogarsi e si rievocano periodi bui della storia italiana che nessuno vuol ricordare.

Ma oltre alla gestione completamente sbagliata da parte delle forze dell'ordine, si aggiunge una sorprendente inadeguatezza della classe politica e dirigente di Livorno, nell'ascoltare e risolvere i problemi dei giovani livornesi.
In un vecchio post "La città dei vecchi e degli intolleranti", avevo coniato il termine " Vecchiocrazia", ovvero la democrazia dei vecchi, degli adulti. Un governo completamente sordo alle necessità dei giovani, siano esse di svago, di formazione o professionali.
Una città, condotta con politiche mirate agli Over50 (maggior bacino elettorale per il partito di maggioranza), dove ogni iniziativa promossa da e per i giovani è vista con sdegno e sfiducia.
Qui le politiche giovanili sono viste come politiche di nicchia,  nessun politico si è mai fermato a rivolgersi ai giovani (siano essi quelli dell'ex caserma occupata, delle scuole ecc...).

Non si creano opportunità per i giovani, si preferisce soddisfare un'altro target, o più semplicemente, si preferisce compiacere e soddisfare i rapporti clientelari che in questa città durano da decenni.
Tutto questo a discapito dei giovani livornesi  (che spesso vengono incolpati di pigrizia e incapacità)
e poi si rimane stupiti quando quest'ultimi danno prova della loro insoddisfazione.

Che sia venuta l'ora di ascoltarli/ci ? Una domanda forse che la politica livornese dovrebbe porsi,
ma che temo non farà.

Riflettete e informatevi

Ako


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3 commenti:

  1. la scelta è stata di non fare intervenire la celere , che comunque era presente all'interno della questura , visto i fatti di sabato pomeriggio . io non sto a discutere i fatti a me interessa capire perchè tra venerdi e sabato la polizia ha pensato di caricare 50 ragazzi che manifestavano ...avranno visto in loro dei pericolosi sovversivi , terroristi o cosa ???

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  2. io vorrei capire e sapere chi ha ordinato la carica sui dimostranti sulle donne,sui ragazzi xkè a quale scopo?pensavate che sarebbe finita li?vi siete dimenticati la marcia dei parà?vi siete dimenticati il comizio di almirante e buontempo?livorno non dimentica mai il popolo livornese è taciturno e accondiscendente ma se li rompi il cazzo è un leone

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  3. Sicuramente c'è stata incapacità da parte delle forze dell'ordine nella gestione di Venerdì e Sabato . Però alfonso , non andrei a scomodare avvenimenti di molti anni fa.
    Semplicemente , la forze dell'ordine , come ogni settore dell'Italia , sono poco preparate e addestrate , e quindi si lascia spazio a gli esaltati ..... Credo e spero , che i piani da ventennio e da 1° Repubblica , siano bene lontani .

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