La neo Ministra per l'integrazione Cecile Kyenge |
Stiamo parlando di un criminale, di un delinquente che dovrà pagare (se confermata la sua colpevolezza) con l'aggravante della recidività. Ripeto, recidività. Non l'aggravante di essere nero, di essere immigrato, di non essere italiano. Queste non sono colpe che possono aumentare lo sdegno, la tristezza e la rabbia per un crimine tanto brutale; non è una comunità intera ad essere colpevole, è una persona sola. Che venga processata e giudicata la persona che ha commesso il delitto, non il suo status di immigrato, di essere umano con la pelle di un diverso colore.
Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, un ministro del governo è di origini congolesi: Cecyle Kyenge è nata in Congo e a 19 anni è venuta in Italia per avere un futuro. Al momento della sua nomina si sono scatenati i commenti più indecenti: insulti, sberleffi e bassezze di ogni tipo le sono piovute addosso. Io non lo so se la ministra Kyenge saprà fare il suo lavoro e verrà ricordata in maniera positiva: mi piacerebbe, però, che venisse giudicata per quello che farà, se migliorerà o meno le cose come stanno ora in Italia, e non perché semplicemente ha un nome straniero, non è nata a Roma, a Venezia, a Taranto o a Cagliari.
Impegniamoci affinché questa costante, gratuita e inaudita violenza sulle donne finisca al più presto, non preoccupandoci del colore della mano che ha ucciso, cercando di capire le motivazioni di una deriva della nostra società: i genitori di una ragazza uccisa (e magari violentata) da un italiano non vivono meglio di altri.
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