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domenica 25 agosto 2013

Livorno nel cuore,il Mondo come amore

Salve a tutti!
Sono Sanela, ho 21 anni e, con questo mio primo intervento sul blog di OcchioLivorno, comincio anch'io a fare pubbliche le mie idee, i miei pensieri, i miei paragoni e i miei perché.

Un gabbiano Livornese in una foto di Livornodp
Abito a Londra da ottobre 2012 (attualmente, mi trovo in vacanza nella bella e calda Sardegna, ma tornerò fra gli strambi Inglesi con l'inizio del freddo) e questa è la mia prima duratura e autonoma esperienza all'estero. Vivendo laggiù ho potuto notare giorno dopo giorno le varie abitudini e differenze culturali che ci sono tra la nostra elegante quanto problematica Livorno e una città come Londra, al momento una delle più grandi capitali Europee. Come ben già sapete, ce ne sono a bizzeffe!


 A partire dalla lingua, senza dubbio la prima grande differenza, alla multietnicità strabiliante (forse anche esagerata) di Londra che si contrasta con la familiarità quasi paesana che regala la Nostra "piccola" Livorno, sia a noi abitanti che ai turisti, o perché no, anche a quelli solo di passaggio. Facevo e faccio caso a tutti questi normali dettagli, soprattutto quando notizie di cronaca o di semplice informazione su Livorno mi balzano sotto gli occhi tramite web, social network e quant'altro. Quando leggo di tutte le novità, positive e negative che siano, che stanno avvenendo in città, come la nuova Madonna al porto, la speranzosa (e un po' farlocca, permettetemelo!) scritta latina posizionata sulle mura della sprecata Fortezza Nuova, le "tag" che hanno già imbrattato la A di Piazza Attias, e così via. Facendo un po' il resoconto di quante ne sento e ne leggo, senza poter effettivamente intervenire, alla fine mi ritrovo a considerare la mia città con un giudizio molto duro e un po' malinconico… una città che è urgentemente bisognosa di essere risollevata. Inevitabilmente la parola "spreco" avvolge, nella mia mente, l'idea che ho su una "Livorno città costruttiva". Ovviamente mi rattrista alquanto farmi padrona di questi seri giudizi sulla città in cui sono nata, ma è più forte di me apprezzare l'obiettività e la sincerità in questi casi, più di ogni altra virtù di cittadino che si rispetti. Se non riusciamo a riconoscere noi cittadini quali sono i veri disguidi che affannano la crescita della Nostra Livorno, chi dovrebbe farlo per noi? Perciò, elaborando a lungo i miei pareri, mi è sorto in mente un pensiero tramutabile in quesito, molto profondo, forse un po' schietto: il lieve quanto normale senso di patriottismo e orgoglio livornese; quell'immancabile impegno sociale che tanti di noi giovani hanno; la continua ricerca di risolvere problematiche quasi all'ordine del giorno, senza poi neanche tanti risultati perché non ci viene data la giusta considerazione nelle scelte…  ma tutto questo, è giusto ora? E' giusto che il giovane di oggi riversi fino a tal punto le proprie speranze e la propria determinazione per la sua città, perché Vi è nato in quest'ultima o comunque per legame affettivo-sociale, quando intorno a noi sta girando un mondo che ha bisogno di essere conosciuto in modo dettagliato, già solo per la varietà di nazioni, culture, persone, ideologie, sistemi, usanze, credenze e chi più ne ha più ne metta, per favore. Perché la lista è lunga!  Stabilità? No… non abbiamo bisogno di stabilità, ora. Potremmo aver bisogno di stabilità se questa ci fosse offerta in modo adeguato, se ci fosse consentito di vivere in modo tranquillo e ragionevole nella propria città, di vedere Livorno come un posto SICURO e non come una provincia in bilico tra impostazioni politiche sbagliate e buche non indifferenti sui marciapiedi. Riconosco prontamente che sto mettendo in discussione un pensiero con la possibilità di mal interpretazione; un po' come se volessi quasi screditare a tal punto Livorno perché, per mani sbagliate, si sta evolvendo in un luogo poco costruttivo e poco incentrato sul benessere di chi vi abita, invece molto più preoccupato sull'estetica e su abbellimenti vari con strutture, fast-food e madonne. Coi miei occhi, da quel di Londra, ho letto per settimane notizie che non sarebbero dovute nemmeno esistere, per il bene di una città: partendo dall'apertura del fast-food Subway, dove leggevo che i posti di lavoro offerti al tempo erano intorno ai 16 (numero più, numero meno) e poi gli effettivi Curriculum Vitae consegnati avevano raggiunto un numero davvero disperato. Ci avete mai riflettuto sulla gravità della cosa? Ok, oltre alla situazione talmente drastica che, come apre qualche nuova attività, le persone sono costrette a fiondarvisi come cani sul cibo, ma da parte di coloro che offrono il posto non ritengo che sia stato di alta professionalità ritirare centinaia e centinaia di CV in più, per poi avere un numero di assunzioni relativamente basso. A riguardo, mi venne in mente il famoso detto "ali zoppi pedate nelli stinchi". Voi direte bene: ma chi assume dovrà pure avere la possibilità di scegliere e selezionare accuratamente tra chi ha avuto più esperienza e chi meno, tra chi già ci sa fare in quel mestiere e chi no. Certo! Ma non penso che questa cosa possa giustificare l'esagerazione proposta, come ogni volta, dal Comune di Livorno, per qualsiasi tipo di evento. E  pensai (essendone tutt'ora fermamente convinta) che per 16, o quanti erano, posti lavorativi, già 200 Curriculum sarebbero bastati ed avanzati per una giusta ed equa selezione, senza dover dare false speranze ad altre centinaia di persone in più, ragazzi ed adulti. Posso garantirlo dopo aver vissuto in una città dove gli abitanti effettivi superano quota 10 milioni e dove in catene famose, come CaffèNero o Costa, vengono consegnati, nell'interessato Recruitement Centre, circa mille Curriculum a settimana. Organizzazione immancabile e poche prese per i fondelli! Se non chiamano il mese stesso, almeno ti chiamano il prossimo perché c'è sempre qualcuno che va via. Mc Donald's invece non vuole noie; se la risolve con il moderno CV online dandoti da compilare, via web, più di quattro pagine di questionario… un simpatico metodo che ti costringe a passare tre quarti d'ora davanti al tuo computer per rilasciare una richiesta di assunzione. Perlomeno i posti di lavoro sono più di 16 e ci sono tutte le settimane. Dopo qualche tempo lessi anche dell'imminente apertura di Burger King, tanto per rimanere in tema "catene"; vedremo cosa succederà con queste assunzioni. Recentemente, invece, ho notato che il contrasto si poneva sulla costruzione, o meglio, sul posizionamento della Madonna nel nostro porto, lasciandomi ancora una volta perdere la speranza di una Livorno civile e rispettosa nelle idee e credenze di TUTTI i Livornesi, e non solo di alcuni.
La statua della Madonna che verrà costruita al porto.
Prendendo sempre come insegnamento la mia esperienza estera, posso riconoscere di esser diventata molto più tollerante verso le altre culture e religioni, anche se con un po' di difficoltà. Andare per negozi d'abbigliamento e incontrare donne islamiche col Burqa che scelgono accuratamente indumenti che non potranno mai mostrare in pubblico, è stata una delle difficoltà alle quali ho dovuto "arrendermi" e dire: ok, costrinzione o scelta che sia, per loro è così. Nonostante questo, non posso tollerare che nella Mia città venga posizionata una struttura così fortemente religiosa (ricordo che non hanno messo la Santa Giulia, patrona di Livorno; hanno messo la Madonna!) dopo tentativi evidentemente invani di far capire che non era volontà di tutti i livornesi, vedere i propri soldi buttati sulle spese di un lavoro che riguarda la religiosità e che, per essere compiuto, necessita di macchinari, lavoratori e tempo. Forse non era volontà nemmeno della metà dei livornesi. E la nostra, la Vostra voce in capitolo qual è stata? Non c'è stata. E penso che non ci sia cosa peggiore per un cittadino, non sentirsi preso in considerazione nelle scelte (strutturali e non) per la sua città. Collegandomi al quesito iniziale, mi chiedo infine come poter risolvere una situazione dove è evidente che gli sforzi per una parità e una tranquillità cittadina sono inutili e sprecati, mentre per la realizzazione dei propri sogni anche al di fuori del nucleo familiare e livornese sarebbero fondamentali e utilissimi nel giovane livornese, italiano di oggi. Per spingerlo ancora di più a scoprire, come si suol dire, nuovi mondi e crescere, formarsi mentalmente attraverso l'esperienza di viaggio e non di lotta. Mi chiedo se pianificare le basi di vita su una città al momento poco "solida" sia una scelta azzeccata. In relazione ai miei pensieri, condivido il famoso romanzo di Richard Bach "Il gabbiano Jonathan Livingston", dal quale riporto qualche riga che mi ha colpito e che, paragonando il gabbiano Jonathan a ognuno di noi, credo possa far capire a tutti quanto è importante viaggiare, scoprire e non chiudersi mai nel proprio guscio solo perché apparentemente "si sta bene". L'informazione e la risoluzione di problemi deve nascere dall'insieme di esperienze che uno si forma personalmente attraverso il mondo e non attraverso notiziari locali. Le vere consapevolezze si acquisiscono mettendo a confronto ed esplorando; il mondo è troppo grande per limitarci in un solo luogo e la propria città è quella che insegna e che da modo di crescere. Non solo quella dove nasci. Bach scriveva, sul gabbiano, su di noi: "Ed egli imparò a volare, e non si rammaricava per il prezzo che aveva dovuto pagare. Scoprì che erano la noia e la paura e la rabbia a rendere così breve la vita di un gabbiano. […] Il segreto consisteva nel sapere che la sua vera natura viveva, perfetta come un numero non scritto, contemporaneamente dappertutto, nello spazio e nel tempo".
Volate gente! Siamo nati in un'era un po' così, dove non possiamo stare fermi ad aspettare.

(Grazie a  "Ako" per la pazienza)


Sanela
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2 commenti:

  1. È sempre molto apprezzabile l'insofferenza di una persona giovane di fronte al doloroso spettacolo della decadenza della propria città natìa.
    Devo però dirmi discorde nel merito della critica all'erezione della statua della Madonna nei pressi del faro.
    Per quanto riguarda la critica all'aspetto economico, rimando a questo esaustivo articolo del Tirreno http://iltirreno.gelocal.it/livorno/cronaca/2011/01/06/news/livorno-mangiapreti-vuolela-statua-della-madonna-1.2256617 che quoto: "Costerà 70mila euro: la pagheranno, insieme ai piloti, gli imprenditori livornesi del settore, compresi probabilmente i portuali."
    Niente soldi pubblici sembrerebbe.
    Passiamo poi ad aspetti un po' più complessi. Livorno, pur nonostante la recente storia "comunista", è sempre stata una città di gente religiosa e devota, soprattutto per quanto riguarda la figura della Vergine, proprio in virtù della presenza del famoso Santuario. Forse non molti ne hanno piena coscienza, ma l'intera città vecchia, il Pentagono del Buontalenti, è stata costruita in modo che il suo vertice fosse perfettamente orientato verso il Santuario, ed il Duomo dista dal Santuario esattamente 7km.
    La devozione verso la Madonna è dunque strutturalmente connaturata alla città.
    Infine ciò che più mi sta a cuore: tolleranza non significa neutralizzare e impedire ogni simbolo e costruzione religiosa in una città anche se purtroppo nell'idea corrente si vorrebbe questo. L'intolleranza è piuttosto quella di chi si sente offeso da qualcosa di così innocuo.

    Fabiano

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  2. Ciao Fabiano, grazie per aver letto le mie parole e per aver commentato.
    Non mi è ben chiara la differenza tra tolleranza e intolleranza, o comunque io non intendevo quello che hai scritto. Quello che volevo intendere dicendo "non tollero", non riguarda assolutamente nessun tipo di offesa nei confronti di nessuna religione(quella cristiana, in questione). Esiste l'intolleranza religiosa, ma in un contesto sociale o politico l'intolleranza è "L''intransigenza verso persone o opinioni che esprimano punti di vista differenti dai nostri" (definizione da Wikipedia). Nessuno si sente o deve sentir offeso! E questa statua mi sembra tutto tranne che innocua! Io non transigo che la popolazione livornese abbia dato l'ok per una struttura così estremamente religiosa, senza contare i cittadini che non condividono l'ideologia cristiana o chi non ne condivide alcuna. Questi sarebbero passi avanti? Stare sempre alle radici delle proprie radici? Il fatto che Livorno sia nata come città devota non significa che lo debba rimanere per il resto dei secoli. E nel mio articolo parlavo proprio di questo! Della condivisione di culture e abitudini ma stando sempre nel suo, e non della prevalenza l'una sull'altra. Ho riportato anche esempi di quello che vedo a Londra, dove statue della regina non ce ne sono, Eppure certi inglesi darebbero un braccio per Elisabetta! Ricordo che Livorno è una città di gente religiosa sì, ma multiculturale e sempre dedita a iniziative che comprendono anche le altre religioni: Sinagoga a Livorno? Presente. La nuova Moschea nella zona industriale? Costruita. E la chiesa Valdese situata in Via verdi?
    O rimaniamo nel nostro piccolo guscio tradizionale o ci adeguiamo, accettando tutto senza far prevalere niente. La Madonna al porto segna la città in modo forte e significativo, ma forse non tutti se ne stanno rendendo conto.

    E per il discorso dei "70mila euro", mi spiace ma io del Tirreno non mi fido molto.
    Se poi il sindaco Cosimi ha fatto un raduno in qualche piazza per informare verbalmente tutti i livornesi sulle spese, allora non lo so. Ma non credo mi siano giunte all'occhio notizie del genere! Perchè, Fabiano, dovresti davvero credere che tutti quei soldi (si parla di 70mila euro, ripeto.) siano stati tirati fuori solo da piloti, imprenditori e PROBABILMENTE i portuali? Perchè l'ha scritto il Tirreno? Già che un giornale scriva "probabilmente", non esiste. Il giornale locale mi deve informare di qualcosa di certo, non deve essere vago o scrivere verbi condizionali. Spero di esser stata chiara!

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