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martedì 30 dicembre 2014

La Livorno che verrà

"Vorrei svegliarmi domani mattina e avere trent'anni per vedere che ne sarà di noi"

Mi sembrava d'obbligo iniziare l'ultimo post dell'anno con una citazione. Poco importa se non ho scomodato qualche anima prestigiosa, - non me ne vogliano Wilde e Bukowski -, infatti la frase in questione è il desiderio che esprimeva Silvio Muccino nelle vesti di diciannovenne nel film di Veronesi intitolato, per l'appunto, "Che ne sarà di noi".
La domanda riassumeva le speranze, le paure e i dubbi del protagonista sul proprio futuro: sarebbe riuscito a coronare i propri sogni lavorando come giornalista trovando la sua anima gemella, oppure avrebbe dovuto fare i conti con la realtà e con un lavoro opprimente e demotivante? Ma se pensate che io sia impazzito, andate tranquilli, non sono convinto di scrivere su CineBlog, ma credo che i dubbi che tormentavano il teenager Muccino dovrebbero essere gli stessi sui quali la città di Livorno dovrebbe interrogarsi. Cosa farà Livorno da grande?




Non c'è bisogno però di aspettare trent'anni, né tanto meno di fantasticare improbabili previsioni per l'anno venturo, ma semplicemente decidere come è la città in cui vogliamo vivere tra un anno. Senza quindi guardarsi troppo indietro né troppo avanti, occorre valutare le possibilità che si aprono alla nostra città e decidere quale strada percorrere, anche se ciò implica il trovarsi davanti a un bivio con la quasi certezza che una scelta ne precluderà sicuramente un'altra.
La Dogana quasi ultimata
Il 2015 sarà l'anno in cui Livorno finalmente si doterà di un nuovo Museo della città - anche se in Italia è sempre meglio usare il forse -, dove probabilmente troveranno posto la collezione del Museo di Arti Progressive così come la collezione numismatica, i reperti etruschi e molto altro ancora. Lo stesso anno in cui si aggiungeranno alla città due poli di ricerca e studio universitario, che potrebbero essere un volano per il rilancio dell'economia, sto parlando dello Scoglio della Regina e della Dogana d'acqua.
Sarà l'anno in cui probabilmente, anche grazie ai contributi di benevoli mecenati, verrà riaperto il grazioso Teatro all'aperto di Villa Mimbelli. Se a ciò si aggiungono alcuni interventi alla Chiesa degli Olandesi e alle Terme del Corallo - queste ultime dovrebbero vedere anche l'abbattimento del fastidioso cavalcavia che da decenni ne complica la valorizzazione -, quello che va a prospettarsi è il rilancio di una vita culturale in città. Ci sono poi le promesse dell'amministrazione Nogarin di rilancio del Mercato, allungandone gli orari di apertura e collocandovi all'interno ristoranti ed altre attività, valorizzando anche l'accesso dai fossi, opere che, se realizzate, potrebbero avere effetti davvero importanti per il centro cittadino. Spero sia l'anno in cui Via Grande venga interessata da un cambiamento che la porti ad essere degna del suo ruolo di via principale della città, anche grazie all'attuazione della nostra proposta (leggi qui), che ha riscosso l'interesse dell'assessore Nicola Perullo.
Il rendering della proposta di Via Grande
Ma il 2015 sarà anche l'anno dell' inaugurazione di due grandi supermercati, Ipercoop e Esselunga, che si andranno ad inserire in un ambiente già saturo di queste realtà e che non potranno che affondare definitivamente l'ultimo residuo di negozianti e bottegai, rappresentanti di un tratto peculiare di Livorno, che cede spazio alla globalizzazione e all'alienazione sempre più dilaganti. Un altro di questi non-luoghi che si aggiungerà alla città è il Nuovo Centro di via del Levante, ennesimo quartiere dormitorio asettico e spersonalizzato, privo di piazze, luoghi di aggregazione o interesse.
Eni
Sarà l'anno in cui si dovrà fare i conti con troppe fabbriche chiuse e troppe altre che minacciano stessa sorte, e su tutte fa tremare lo spettro nero che aleggia sulla raffineria Eni.
Questa situazione sarà certo poi resa più grave se si acuirà quella guerra fra Guelfi e Ghibellini che già si respira in città, fra sostenitori dell'attuale amministrazione e quelli della passata, una situazione che potrebbe vanificare qualsiasi possibilità di sviluppo.

Ed è proprio questo il bivio, le due strade che siamo chiamati a valutare e infine a scegliere: da una parte, una città più vivibile e aperta alla cultura, alla tradizione e ai suoi cittadini, dall'altra, la strada che per anni abbiamo battuto, quella della speculazione edilizia a vantaggio di pochi, quella dove l'interesse personale o di fazione è preminente sull'interesse comune, la stessa dove disinteresse e intolleranza fan da padroni.

Se fate attenzione, noterete i frutti già visibili di queste strade differenti, Mi hanno colpito particolarmente due recenti notizie, uscite lo stesso giorno sui giornali locali dell'apertura di due realtà tanto differenti, da una parte la notizia dell'apertura di una nuova sede per la libreria Belforte, più spaziosa e rinnovata con nuove attività culturali quali la  Scuola Carver grazie al coinvolgimento dell' associazione Teatro della Cipolla, parallelamente l'apertura di una nuova sala slot sul Viale Italia, in un luogo che per posizione e metri quadrati sarebbe potuto diventare uno spazio importante per la
cittadinanza e non l'ennesimo luogo fatto per speculare sulle miserie altrui.

E allora, quale strada intraprenderà Livorno?

Così come ho iniziato con una citazione vi lascio:

"L'anno che sta arrivando tra un anno passerà
io mi sto preparando, è questa la novità"


AUGURI DI UN BUON ANNO NUOVO, grazie di cuore a tutti voi che ci seguite.



Foto di livornodailyphoto
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