Lenny Bottai nella palestra "Spes fortitude" (foto tratta dal profilo Facebook) |
Prima di parlare dell'incontro che affronterai il 13 Dicembre a Las Vegas, vorrei chiederti di parlarci del tuo percorso sportivo, dall'esordio fino all'affermazione, passando per l'apertura della tua scuola di pugilato.
Ho iniziato
con la Kick boxing all'età di 13 anni, portato da un amico che il giorno dopo
se la filò. Poi sono passato alla boxe e dopo dei buoni piazzamenti a livello
nazionale junior, a 21 anni ho subito una squalifica per una contestazione ed ho
smesso. A 28 mi son deciso a ritornare in palestra lottando prima col peso,
98.5kg, e poi coi pregiudizi. Nel 2006 per dare vita ad un progetto sportivo e
sociale ho fondato la "Spes
fortitude" e progettato la rinascita della boxe livornese. La cosa è
andata bene, per me, ma anche per molti altri. Nel 2008, dopo aver con molta
fatica recuperato un po' del tempo perso, sono riuscito a passare
professionista. Avevo 31 anni e nessun credito, i più dicevano che sarei durato
sì e no un anno. Fortunatamente per me, le cose sono andate diversamente.
La locandina dell'evento (foto tratta dal profilo Facebook) |
Andare a combattere negli Stati Uniti credo sia per te motivo di grande orgoglio. Ritieni questo un punto di arrivo della tua carriera? L'avresti mai immaginato?
Ritenerlo un
punto di arrivo sarebbe porre un limite, io con rispetto, ma senza remore
guardo quel che viene con orgoglio. Penso sarà a prescindere una grande
esperienza, e spero segni l'inizio e non la fine di un percorso, in gioco c'è
un mondiale. Mai dire mai.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi? Per cosa pensi sia troppo tardi invece?
Il prossimo obbiettivo è Las Vegas, a cos'è troppo tardi, inutile pensarci. Magari non avessi smesso quegli anni che avrebbero sportivamente fruttato di più, non sarei io. Oppure non avrei fatto nulla. Vivo quello che faccio, con amore ed orgoglio. Il resto è vita.
A Las Vegas è molto probabile che dovrai combattere davanti a migliaia di spettatori. Ne sarai condizionato? Cosa temi di più in territorio straniero?
L'MGM fa
18mila posti a sedere, sicuramente ci sarà da emozionarsi, in ogni caso temo
più il cambiamento di ambiente, che il pubblico. Sono abituato al mio.
Negli sport di combattimento non si può prescindere dall'avversario che si ha di fronte. Come hai preparato questo incontro? Come hai studiato il tuo avversario?
Il mio
avversario (Jermall Charlo,n.d.r.) è giovane, e quotatissimo, elegante e
tecnicamente bravo. Diciamo un clone dello stile americano. Mi sono preparato
per far valere le mie carte, che sono vigore ed intensità, poi sul ring si
vedrà. Non ho nulla da perdere e tutto da guadagnare, sono ottavo in
classifica, i primi 6 hanno abdicato. Io no.
A meno di quindici giorni dall'incontro che emozioni provi?
Vivo una
situazione surreale, sembra che ho focalizzato, ma poi come la scorsa sera
guardo un match dagli USA (Pacquiao-Algeri) e dico "...zzo ma quello è
l'MGM? Sarò lì tra una settimana...".
Per anni sei stato una delle voci più autorevoli della curva livornese, incarni la livornesità fatta persona, eppure nessuno sponsor si è fatto avanti per sostenerti in questo evento così importante che stai per affrontare. Come interpreti questo fatto?
Per anni sei stato una delle voci più autorevoli della curva livornese, incarni la livornesità fatta persona, eppure nessuno sponsor si è fatto avanti per sostenerti in questo evento così importante che stai per affrontare. Come interpreti questo fatto?
Un segnale
chiaro, rappresento gente che evidentemente non abita i piani alti che
potrebbero farmi da sponsor, ma magari lavorano per questi ultimi come operai.
Ciò mi va anche bene. La cosa triste è che gli unici che mi hanno teso una mano
sono Spinelli ed il Livorno Calcio, ossia imprenditori genovesi. Forse per
alcuni la "livornesità" è un concetto legato alla spendibilità di un
personaggio.
E' nota a tutti la tua fede politica e non hai mai nascosto il tuo impegno politico. Come si conciliano sport e politica? Hai mai avuto problemi per questa tua sincerità, credi ti abbia precluso qualche possibilità?
Lenny con un cartello a sostegno degli operai della TRW (foto tratta dal profilo Facebook) |
Livorno è da sempre una città molto sportiva; credi che le varie amministrazioni che si sono succedute abbiano fatto abbastanza per promuovere lo sport? Credi che gli atleti livornesi di alto livello di varie discipline abbiano le opportunità giuste ed il sostegno per emergere?
No,
assolutamente, anzi, temo che questo atteggiamento di usare lo sport come
promozione delle parti politiche sia figlio della cultura detta. Cioè, se io
voglio fare per lo sport, faccio per la cultura sportiva e per la cittadinanza
a prescindere. A mio avviso invece la necessità politica è stata spesso di
legarsi a figure sportive per avere indietro voti. Di qui, evidentemente, anche
il silenzio che mi circonda. A Firenze hanno presentato Bundu (pugile sierraleonese, naturalizzato italiano, che combatterà
anche lui il 13 dicembre a Las Vegas, n.d.r.) a Palazzo Vecchio e faranno un
mega schermo al Mandela Forum, a Livorno in passato e adesso, nonostante cinque
titoli portati nel nome di questa città, dare voce o spazio a "Lenny"
costituisce un evidente tabù perché non c'è mai stata "merce di scambio",
consentimi il termine. Ho presentato ed ho progetti per lo sport con uso
sociale, non come lucro, abbiamo progetti con case famiglia e per la salute
mentale, avessi accettato come altri miei colleghi di finire in qualche lista
civica oppure in qualche meccanismo affine, magari qualcosa sarebbe diverso?
Non lo so. In ogni caso io la politica che riconosco è quella che viene dal
basso. Perché la politica vera si fa in strada e nelle piazze, mai nelle
stanze.
Come vivi il tuo rapporto con Livorno? Cosa ti piace della tua città e cosa proprio non puoi sopportare?
Uno dei tatuaggi di Bottai è la fortezza vecchia, simbolo di Livorno |
Cosa consiglieresti ad un giovane che
vuole fare della sua passione sportiva un lavoro? E invece a uno che vive una
conflittualità con la sua città?
Ad un giovane
che cerca di fare della boxe un mestiere, direi che è un bel casino. Bisogna
inventarsi ed essere come me, adesso: cioè precario. Ma del resto lo ero da
operaio e lo sono tanti miei amici, che rispetto per questo. Per questo
coraggio. La conflittualità con la città è, come ogni contraddizione nella
dottrina ideologica che amo, mezzo importante di riflessione ed avanzamento. Io
dico che la città è sull'orlo o di un cambiamento o di un baratro. Livorno deve
rinnovare il suo modo di stare al mondo. Non omologarsi, ma progredire e
riprendere quella cultura popolare sepolta anni fa, quando il clientelismo e
gli affari hanno corroso quelle idee che l'hanno resa unica. È stato frutto di
una situazione politica più ampia, che solo ora ha spiegato quale fosse la
natura di un "progressismo revisionista", tuttavia, se ciò è stato
facile, è perché è mancata la sacrosanta cultura del confronto,
dell'autocritica e del dibattito interno. Concetti che sembrano difficili ma
vanno messi al centro della vita di tutti per essere reali.Grazie a Lenny della disponibilità, in bocca a lupo campione!
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