Sabato 28 e domenica 29 Marzo alle 21:15 presso il Centro Artistico il
Grattacielo, la compagnia del Piccolo Teatro Città di Livorno metterà in scena
"L'Amante" di Harold Pinter, ultimo rappresentante del teatro dell'assurdo
scomparso ormai da 7 anni.
Harold Pinter è molto conosciuto per la
sua critica politica ma nell'Amante il soggetto del suo studio è diverso incentrandosi
su una realtà più quotidiana. Nell'opera, l'autore inglese analizza il rapporto
emotivo alla base di una coppia eterosessuale in questo delicato periodo
storico dove emancipazione, autosufficienza e perdita d'identità si
sostituiscono ai più tradizionali valori di mutuo soccorso, necessità
reciproca e negazione della realtà, a favore di un'apparenza sociale e di una
necessità materiale.
"L'Amante" è la storia di una coppia
inglese appartenente alla media borghesia. È la storia di una relazione come
tante dove esistono i problemi e dove, per sopportare la noia della
consuetudine, ci si rifugia nell'evasione. È la storia di un consenziente
gioco erotico dove i coniugi ricevono rispettivamente i loro amanti per poi
raccontarsi i loro incontri extraconiugali. Condividono insieme eccitazione ed
evasione, ma anche gelosie e un forte senso di sofferenza e di angoscia che
sempre li pervade. La situazione coniugale si complica man mano che lo
spettacolo prosegue e lo spettatore viene coinvolto in un gioco di erotismo e
sdoppiamenti di personalità creato dai due protagonisti; un gioco pericoloso
che porta gli stessi personaggi a non essere più in grado di distinguere tra
realtà e sogno, tra verità e finzione.
L'Amante è un racconto dove i fatti non
sono in primo piano quanto le sensazioni che la coppia esprime. Il crudele gioco
erotico rende i due coniugi completamente dipendenti l'uno dall'altro, consci
entrambi dell'irreversibilità della condizione in cui si trovano. Si tratta di una dipendenza psicologica
completamente diversa da quella socio-economica della coppia classica e che si
mostra nella sua complessità.
In scena solo due attori (Silvia
Michelucci e Matteo Seghetti) danzano in questo vortice di emozioni per tutta
la durata dello spettacolo.
Il regista è il Dr. Maurizio Paolo
Formichi Gori, noto psichiatra cittadino che è entrato a far parte del Piccolo
Teatro Città di Livorno da circa 5 anni. Il Dr. Formichi vanta alle spalle una
lunga storia teatrale tramandata dapprima dalla famiglia e quindi sviluppata
autonomamente. La sua professione ha certamente influenzato le sue scelte
teatrali come dimostrano le numerose collaborazioni con pazienti psichiatrici
in quello che viene definito "Teatro D'insieme" cioè una tecnica che prevede la
formazione di un gruppo stabile nel quale i membri sono in confidenza ed in
relazione con gli altri. All'interno del gruppo teatrale che si forma
gradualmente nel tempo si assiste alla progressiva formazione di dinamiche
relazionali particolari che simulano le dinamiche familiari.
Il gruppo di studio parte da un
argomento specifico o da un testo per poi spaziare, per viaggiare con la mente,
la fantasia ed il proprio vissuto e per creare insieme il testo dello
spettacolo.
«Altrimenti sarebbe stato impossibile far
recitare un paziente psichiatrico – mi dice il Dr Formichi – in questa maniera
invece il soggetto può esprimersi utilizzando i propri strumenti».
Il
regista tiene però a precisare che non si tratta di una psicoterapia o di uno
psicodramma, bensì di un metodo teatrale che si può comunemente usare con
normali attori e che può essere applicato anche a pazienti affetti da patologie
psichiatriche con il solo fine di un sostegno.
Una volta entrato nel Piccolo Teatro Città
di Livorno questo aspetto di "creatività teatrale" è diventato una
caratteristica delle sue produzioni; ricordiamo una versione tutta al femminile
della commedia "le Iene" tratta dall'omonimo film diretto da Quentin Tarantino
nel quale si invertono le tre unità aristoteliche di azione, tempo e luogo,
oppure la commedia "È nata una stella" dal romanzo scritto dall'autore inglese
Nick Hornby adattato in italiano anche in
un celebre film uscito nelle sale nel 2012. Mi dice che, anche nell’Amante, l'attenzione è stata incentrata sulla
figura femminile e sulla sua emotività a sostegno del rapporto di coppia; il
testo è stato modificato di conseguenza.
Una nuova sfida, dunque, per il Dr.
Formichi ma anche un'occasione per tutti di riflettere su di una realtà
dinamica, quella tra uomo e donna, in cui vi è la ricerca di una nuova identità
basata su valori ormai troppo distanti da quelli tradizionali, ed in cerca di
un nuovo equilibrio lasciando alle spalle tutto quello che diamo comunemente per scontato in una realtà relazionale
che non può più essere.
Per
Info e prenotazioni 0586-890093 oppure segreteria@livornoteatro.it
di Alessandro Weiss
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