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sabato 2 febbraio 2013

Il Cisternone, l'opera neo-classica di Pasquale Poccianti

Salve a tutti , come vi avevo anticipato nell'ultimo aggiornamento , Occhio Livorno sta instaurando diverse collaborazioni , fra tutte spicca quella , con le tre ragazze del Blog Followingyourpassion.wordpress.com , le quali ripubblicheranno aggiornamenti del loro blog e altri inediti . Quindi vi lascio nelle loro mani .
Ako .


Il cisternone


Il Neoclassico è normalmente datato tra il 1750 e il 1830, uno dei maggiori esponenti nel panorama italiano fu l’ingegnere delle Regie Fabbriche Pasquale Poccianti. Egli costruì anche a Livorno, si occupò del progetto dell’acquedotto labronico e in particolare disegnò il Viale degli Acquedotti, la cui opera più importante in questo contesto fu la Gran Conserva, comunemente detta Cisternone.
Questo elemento architettonico in arenaria è situato nei pressi del parterre, all’inizio dell’attuale viale Carducci. I suoi stilemi architettonici fanno riferimento anche all’opera utopistica e rivoluzionaria di architetti francesi, è quindi riconducibile al disegno del prospetto per l’Hotel Guimard e alla Casa dei Sorveglianti del fiume di Claude-Nicolas Ledoux, e probabilmente alla forma della grande sfera “contenitiva” dell’utopico Cenotafio di Newton di Étienne-Louis Boullée. La gran conserva ha una capacità di circa undici mila litri, fu costruita dal 1829 al 1842 ed è tutt’oggi funzionante come vasca di accumulo e prima di immetterla nella rete per i cittadini viene qui decantata e filtrata. Il prospetto del Cisternone è costituito da un portico a otto colonne alte sei metri, in stile tuscanico e una suggestiva semi-cupola cassettonata. Recentemente le colonne sono state oggetto di vandalismo, prima graffite a bomboletta spray e poi tinte con una “squallida” pittura grigia “atta a coprire” le bombolette. Secondo il progetto, ai lati della semicupola in prospetto, dovevano esser poste due statue in marmo rappresentanti le sorgenti Morra e Camorra, furono inizialmente poste le statue in gesso, ma una volta degradate per gli agenti atmosferici queste sono state tolte e così è rimasto, al posto delle due statue compaiono oggi le seguenti scritte:
  • Undas, Labro tibi fundens ego Morra salubres – Quaque die laetor consuluisse tibi.
  • Et Camorra meas puro de fonte ministrans – Dulce habui Tusci Principis imperium.

Altri due elementi fondamentali nel percorso dell’acquedotto neoclassico di Poccianti erano il cisternino di città (in piazza della Repubblica) dove ora sono gli uffici della casa della cultura e il cisternino del Pian di Rota. Come vedete il cisternone non è proprio nelle migliori delle sue condizioni, presenta oggi varie tipologie di degrado, tra cui anche quelle bruttissime strisciate grigie sulle colonne in facciata.

Giulia di FollowingYourPassion

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