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venerdì 15 febbraio 2013

Liberiamo il Cisternino!


I primi di gennaio 2008 il Comune di Livorno decideva di sperimentare la nuova scommessa di “una scelta partecipata” dai cittadini, partendo dal futuro utilizzo del Cisternino di città.

Il Cisternino in Piazza della Repubblica è un elegante edificio di stile neoclassico costruito nel 1800 e che aveva inizialmente lo scopo di soddisfare il fabbisogno idrico del centro di Livorno. Il Cisternino tuttavia non entrò mai in funzione, anche a causa dei danneggiamenti provocati a seguito dei numerosi bombardamenti  di guerra.  Così il piccolo gemello del Cisternone  perse la sua natura originale e fu praticamente abbandonato al suo destino. Poi improvvisamente, si tentò di donargli nuova vita.

Il progetto partiva in concomitanza con l’avvio del restauro architettonico e conservativo della struttura, chiusa ormai da oltre venti anni, proponendosi di fare del Cisternino di città un luogo di ritrovo e di condivisione di spazi nell’ottica dello sviluppo futuro della città avendo come principale riferimento le esigenze di aggregazione dei giovani

Il Tirreno - 15 Marzo 2009
Dal processo partecipativo nacquero un sacco di proposte:
  • Un centro espositivo di arte e laboratori interattivi;
  • Destinare la struttura ad un centro d'arte polivalente per tutte le fasce d'età;
  • Area dedicata ad esposizioni di arte varia (danza, teatro, musica...);
  • Settore dedicato a conferenze, seminari, convention gestito da associazioni culturali locali;

Se volete avere un' idea dell'enorme quantità di proposte, potete leggerle tutte in questo instant book 
Io in quel periodo collaboravo con la Rete Civica del Comune di Livorno e tra le altre cose davo una mano alla gestione del sito dedicato a questo processo partecipativo, denominato per qualche ragione di cui ora francamente non ricordo, Cisternino 2020.
Ci furono mostre itineranti su un vecchio autobus, seminari partecipativi, open space technology...


Corriere di Livorno - 14 Marzo 2009

Oggi, febbraio 2013, dopo 5 anni del Cisternino come "centro espositivo" o "struttura gestita da associazioni culturali" non c'è traccia.
Il sito è ancora on line,  anche se qualche pagina è ormai persa per sempre nel server del Comune.
Il Cisternino c'è ovviamente, è sempre lì ad un passo da piazza della Repubblica, e da quanto ho letto dai giornali locali, è stato pure in gran parte restaurato, ma mancando gli arredi (per mancanza di ulteriori fondi), e gli ultimi ritocchi per la restaurazione definitiva, non è ancora possibile aprirlo al pubblico.
Oltretutto pare che sia sorti problemi di sicurezza legati alla capienza dell'edificio che non potrebbe ospitare più di 90 persone.
Un bel problema.


Che fare del e nel Cisternino? 
Era questo lo slogan che campeggiava su un cartellone stinto dal sole, vento e pioggia su una facciata della vecchia casa della cultura. Una domanda che ancora cerca risposta.Lasciarlo così non credo sia un' opzione possibile.
Magari andrà pure a finire così ma a parer mio, dopo tutti i soldi ed il tempo (che comunque è denaro), spesi, sarebbe veramente uno spreco.
Io la butto lì: e se il Cisternino così com'è venisse donato  ai giovani della città? Adesso! Senza tanti giri di parole, attese, rinvii...
Sarebbe bello se, senza la solita burocrazia a mettere i bastoni fra le ruote, questo cosa potesse avverarsi, mettiamo in gioco chi ha voglia di crescere, di farsi da solo le ossa, di dare sfogo alle proprie passioni, la propria creatività!!
Vogliamo una volta tanto dare ad i giovani delle responsabilità? Questa è l'occasione giusta!
Magari concedendolo a turno a gruppi, libere associazioni di persone che entro un tempo massimo devono provvedere autonomamente a renderlo definitivamente agibile e gestendolo in maniera democratica e aperto a tutti.
Probabilmente ci saranno tanti MA, tanti PERO'... ma chi non agisce non può sbagliare.
E chi non sbaglia non cresce mai.

FadedBoy


P.S: Il concorso per il logo è finito , qui il disegno vincente.
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5 commenti:

  1. Ricordo quando vennero organizzati i vari incontri per decidere il futuro del "Cisternino di Città".
    In cuor mio sapevo già che sarebbe andato tutto in fumo, però sulla carta funzionava.

    Non sono aggiornata sugli ultimi avvenimenti, ma certo è che se ci sono vincoli strutturali tali da non poter far ospitare più di 90 persone la questione si complica!

    Ti immagini cosa verrebbe fuori a darlo a turno a gruppi di persone diversi? Non ci voglio neanche pensare...

    Alla prossima,
    Simona

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  2. Sì è un bel casino.
    Ma se ne sono accorti solo ora?
    Una cosa è certa... non si può lasciare abbandonato anche il Cisternino!!

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  3. Condivisibile. Il Cisternino però non è mai entrato in funzione non per colpa della guerra, visto che all'epoca aveva già circa un secolo di vita; comunque dal dopoguerra era una funzionante Casa della Cultura. E funzionò così e con buone iniziative per diversi decenni. Poi la balla di 2020... 2020 è l'anno in cui forse sarà aperto. Io credo che per amministrare una città si debba anche conoscere un po' delle sue caratteristiche, della sua storia... Sarei curioso di sapere quanti in Comune saprebbero rispondere a bruciapelo su certi aspetti della livornesità (che va oltre il ponce). Ma non mi meraviglio; in fondo sono un'espressione di questa città

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  4. Sicuramente a darlo in mano a gruppi e a turno potremo scontarci con i vari cattivi costumi che potrebbero portare a danneggiamenti e rimpalli di responsabilità. Sarebbe utile alla città farne un centro culturale, sono convinto che la cultura sia l'unica arma in grado di risollevare le sorti della città. Investire sulla cultura è un modo anche per sensibilizzare le nuove generazioni e rendere la città un polo importante. Le potenzialità le abbiamo tutte.

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  5. Non posso che condividere , oltretutto per gli edifici e le strutture che vi sono nei dintorni (Fortezza , Palazzo del Picchetto ,ecc) si potrebbe pensare ad un utilizzo turistico culturale , vagliando progetti freschi e innovativi .

    A.

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