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giovedì 14 aprile 2016

Difendi Livorno dai livornesi

C'è chi crede di aver sempre ragione senza mai dubitarne, c'è chi è sempre attento alle proprie esigenze senza guardare in faccia nessuno per soddisfarle. Bene, pare che questa città, la nostra Livorno, sia abitata da una grande moltitudine di queste persone. Basterebbe leggere quotidianamente i commenti sui giornali online per vedere come in questa città ogni cosa si riduca ad uno scontro di interessi opposti, scontri che nella maggior parte dei casi finiscono per immobilizzare la città.
Quella che segue è una mia riflessione, e stavolta sono io quello ad essere poco comprensivo con la mia città e i livornesi. Se non siete pronti a fare una piccola autocritica, consiglio di fermare la vostra lettura qui.
Livorno città dalle mille potenzialità non sfruttate, Livorno città bella ma sporca e trascurata, Livorno dove non c'è e non ci sarà mai nulla... Questi gli stereotipi ripetuti come un mantra nella bocca della gran parte dei livornesi, agli altri non resta che crederci. Una verità che sembra assodata, ma che nessuno sembra capace di imputare a qualcuno, o meglio, lo si fa ma non si giunge mai a una conclusione comune. Per qualcuno è colpa delle passate amministrazioni di sinistra, per altri della nuova targata 5 stelle, per altri ancora dei nuovi giovani che non sanno più essere rispettosi, dei portuali che ci hanno impoverito, dei potenti, dei commercianti, degli immigrati e chi più ne ha più ne metta.
Fosse mai che qualcuno evocasse la possibilità di un concorso comune di colpe. Non vedrete mai sui giornali qualcuno che imputi la colpa di questo degrado generalizzato, di questa situazione opprimente, alla radice comune dei Livornesi: l'intolleranza. Un'intolleranza che comprende diverse sfaccettature come l'essere assolutamente indifferenti alle esigenze altrui, il non esser pronti al benché minimo compromesso, figuriamoci poi provare solidarietà per qualcosa che non ci tocca in prima persona. E se la verità non si può leggere sui giornali e probabilmente nemmeno su internet, fortuna che qualcuno lo fa sui muri!
Accade così che sotto una comune scritta con spray da stadio "Difendi Livorno", venga apposto a stencil il completamento "dai livornesi". Ovviamente non vi stupirà che al gesto del nostro misterioso e autocritico cittadino, ne sia seguito un altro ugualmente anonimo, ma meno autocritico, con una scritta "no, dalle zecche come te". Anche stavolta uno spunto per una riflessione è divenuto una contrapposizione da stadio.
Se tutto diventa allora pretesto per schermaglie fra cittadini, si capisce come sia potuto naufragare il progetto delle baracchine sul Viale Italia, che sarebbero potute diventare una risorsa importante per la disastrata economia livornese, proponendosi come principale luogo della movida e possibile richiamo anche per i giovani di altri province toscane. E invece no, l'intolleranza di pochi ha bloccato tutto, così come è stato fatto in Venezia, che aspetta solo il colpo di grazia. Troppe macchine, troppe risse, troppo alcool, i residenti ci provano per anni: segnalazioni, esposti, continui controlli. Infine ci riescono, vengono installate Ztl per bloccare il traffico notturno, pazienza per quelli che lavorano in quei locali, campando su quel salario, tanto Livorno offre tanto altro, come offre tanto altro per l'intrattenimento dei giovani, ma poi lamentiamo quando vanno a cercar divertimento altrove in Toscana, basti pensare al naufragio del Livorno Wave Festival.
Posti i problemi causati da alcuni giovani ai residenti, che non sono da marginalizzare, la risposta può essere sempre e solamente la chiusura dei locali?
Accade così che la città diventa territorio di scontri fra fazioni e interessi, e non sorprende che parole come 'bene comune' o 'rispetto' siano sconosciute ai più, e questo a Livorno è riscontrabile ovunque.
Non è difficile constatare la totale mancanza di regole in strada, e se avete provato a guidare nelle nuove rotatorie, vi sarete accorti che l'essere irrispettosi non è prerogativa dei giovani. Così come non vi è alcun rispetto nei parcheggi, dove le auto finiscono per occupare tutto, da piazze, giardini, aiuole, marciapiedi, un incubo per i disabili.
Non stupisce poi, che tanto disinteresse per gli altri porti poi qualcuno ad atti vandalici, che sono in continua crescita, e che continueranno se non verranno insegnati loro il rispetto e la tolleranza, e che oltre ai propri interessi bisogna fare anche quelli della comunità.
Una città a cui piace guardarsi l'ombelico, dove il livornese medio oscilla in una continua esaltazione e critica di ogni aspetto della sua città.
Diventa così anche sterile e puerile la voce di coloro che si lamentano per il degrado e le brutture, perché il più delle volte rivendicano cose senza aver alcuna cognizione di causa.
E aveva ragione l'amico Stefano Ceccarini, quando qualche giorno fa mi disse: "..il degrado di questa città, dove non si legge e non ci si informa, si ragiona di pancia e si rimpiange tutto il passato, (n.d.r. per altro da alcuni mai vissuto), persino i cartelloni pubblicitari fissati sui palazzi d'epoca. Si ha una visione idealizzata di Livorno solo attraverso cartoline d'epoca, che necessariamente mostrano gli angoli migliori. Capacità di contestualizzazione scarse."

Hai ragione tu, è sconfortante.

Ako



Foto da Quilivorno.it






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1 commento:

  1. Il fatto che i livornesi non siano grado di godersi una serata nei locali nella Venezia se devono farsi qualche centinaio di metri a piedi rientra nella generale intolleranza e degrado culturale che tu denunci nell'articolo. Così come il fatto che gli abitanti della Venezia non siano in grado di tollerare la pedonalizzazione di 50 metri di strada. D'altrode sono d'accordo con te, Livorno è messa male perchè i suoi abitanti la pensano e la vogliono così. Inutile cercare comodi alibi nella politica, nella situazione economica e così via. Sono tutte conseguenze, non cause.

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