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domenica 10 luglio 2016

Turisti per caso - guida pratica al degrado livornese

Livorno si deve aprire al turismo, di questa affermazione ne son sicuri la maggior parte dei livornesi, ma anche l’amministrazione e il sindaco Nogarin, e così anche la PortAuthority. Quello che un tempo Livorno non voleva sentirsi dire adesso è placidamente concordato da tutti: dopo la crisi della grande industria e del porto solo il turismo sembra costituire l’ultima speranza per questa città. 

Da quando l’amministrazione Cinquestelle si è insediata a Palazzo Civico non è mai stato nascosto quanto (almeno a parole) si puntasse sul turismo, in contrapposizione con la precedente amministrazione PD che di turismo non si interessava affatto. Tale percorso iniziò sotto i migliori auspici: un assessore competente, più fondi al turismo e gli Stati Generali del Turismo, riunione e assemblea di indirizzo per l’applicazione delle linee generali, a cui però è seguito ben poco. Dopo si è dato il  via al festival del ridicolo (e non parlo di quello che si svolge a Settembre) con sparate e proposte di cui si fatica a capire l’utilità e la serietà: la fontana in stile Las Vegas, il deposito di Zio Paperone, la Venezia sul modello di Utretch, gli Uffizi livornesi, il porto turistico sul romito, il nuovo museo della città, la funivia che taglia Livorno in due e molto altre fantasiose idee a cui fortunatamente non è seguito altro. E' strano che si voglia aprire una città al turismo pensando a progetti megagalattici e irrealizzabili tralasciando di assicurare invece l’ordinaria amministrazione dei piccoli servizi, la manutenzione di quello che già esiste, la gestione e la valorizzazione di ciò che possediamo, non solo per i turisti, ma anche e in primo luogo per i cittadini. Purtroppo i politicanti da sempre sanno che occuparsi di progetti faraonici ha più risalto, mediaticamente parlando, che occuparsi dei piccoli ma necessari interventi.
Livorno potrebbe da subito iniziare a lavorare con i turisti senza stravolgere o ridisegnare una città. 
Visto che il buon sindaco non considera i croceristi e i passeggeri dei traghetti come turisti, mentre noi crediamo che ci sia soprattutto bisogno di occuparsi dei flussi che già esistono, e incoraggiarli a tornare, abbiamo deciso di dedicare loro una piccola guida per orientarsi appena usciti dalla Stazione Marittima, la principale porta di accesso alla città. 
Il visitatore tipo rischierà di vedere solo questa porta,  altri i più coraggiosi proveranno invece ad esplorare in autonomia la città. Il degrado e la sporcizia accoglieranno subito il visitatore, insieme a numerosi elementi urbanistici di non poco conto: un grosso parcheggio, un benzinaio, alcune fra le strade più trafficate e pericolose di Livorno, chilometri di mura rovinata da scritte e incurie (senza differenza fra quelle storiche e lorenesi e quelle invece di recinzione del porto). Il buon turista potrebbe mettersi a fotografare le tante bellissime transenne bianche e rosse che colorano tutto il perimetro delle mura storiche, ma non solo, infatti volgendo lo sguardo dall’altro lato vedrà folkloristici muri scalcinati del porto ricoperti da slogan e insulti a bombolette spray. 
Se questo non bastasse al turista per convincerlo a starsene dentro il terminal o prendere il primo taxi per Pisa e Firenze, ecco cartelli che dovrebbero presentare i nostri monumenti divelti da tempo, alcuni difficili attraversamenti stradali e ciliegina sulla torta impossibile da perdere un ponte pericoloso e degradato, con spallette arrugginite e ammaccate e non attraversabile; qui i più intrepidi avranno la possibilità di scavalcare interessanti plinti che occupano il marciapiede.  

Provando e riprovando  il visitatore troverà un  un piccolo passaggio tra un riuscito connubio di un muro in cemento ad integrazione delle mura storiche, e arriverà nel quartiere della Venezia che si staglia con la sua genuina bellezza a pochi metri dal porto, ovviamente non segnalata da alcun cartello. Il visitatore non si curerà di certo dei lavori in corso, dalle impalcature e dalle recinzioni arancioni, ma si godrà i colori, gli odori, il Mercato del Pesce, le chiese di San Ferdinando e Santa Caterina, il chiuso Museo della Città, i fossi, il tutto impreziosito da bidoni, sacchetti dell’immondizia e transenne.
Continuando, se sarà fortunato, il turista troverà Piazza del Municipio e il punto informazioni, non prima di aver percorso qualche metro di una caratteristica e profumata galleria.   


Questo articolo voleva essere palesemente ironico, l’intento era solo quello di evidenziare lo stato di degrado in cui versa la principale porta d’entrata alla nostra città dei turisti, in particolare croceristi e visitatori di passaggio che dovrebbero essere invogliati a visitare la città e soprattutto a tornarci e soggiornarci. Allo stato attuale dubito fortemente che i pochi avventori di Livorno che decidono di non andare in altre città toscane, decidano di tornare. Se pensate che stia esagerando, provate voi a fare i turisti per un giorno. Uscite dal Varco Fortezza e cercate di vedere, come se fosse la prima volta, la vostra città, come se foste appena sbarcati. Dopo un po’ di tempo, vi posso assicurare che i turisti vi faranno tenerezza, spaesati sul ponte senza sapere dove andare e allora tornerete ad essere livornesi e ad offrirgli il vostro aiuto. 

Ako e Fede
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2 commenti:

  1. Sono pienamente d'accordo!!...Ci sono le potenzialirà per farlo. Basterebbe investire qualche €uro per ripulire di erbacce le Fortezze, i Fossi....creare percorsi per la Casa di Modigliani, Museo di Villa Mimbelli ed il Museo Diocesano!! Far conoscera ai Turisti la Livorno Risorgimentale, dei Macchiaioli, di Mascagni e Galliano Masini!! Abbiamo un Lungomare bellissimo, ottimo Cibo e Clima perfetto!!!

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  2. La soluzione sarebbe che i norvegesi si proponessero alle prossime elezioni: dopo aver vinto e dopo essersi messe le mani in testa per lo sfacelo in cui versa amministrativamente, culturalmente e materialmente la nostra bella città, forse riuscirebbero a cambiare qualcosina.
    OLAFSON FOR MAYOR !

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