Livorno
si deve aprire al turismo, di questa affermazione ne son sicuri la
maggior parte dei livornesi, ma anche l’amministrazione e il
sindaco Nogarin, e così anche la PortAuthority. Quello che un tempo
Livorno non voleva sentirsi dire adesso è placidamente concordato
da tutti: dopo la crisi della grande industria e del porto solo il
turismo sembra costituire l’ultima speranza per questa città.
Da
quando l’amministrazione Cinquestelle si è insediata a Palazzo
Civico non è mai stato nascosto quanto (almeno a parole) si puntasse
sul turismo, in contrapposizione con la precedente
amministrazione PD che di turismo non si interessava affatto. Tale percorso
iniziò sotto i migliori auspici: un assessore competente, più fondi
al turismo e gli Stati Generali del Turismo, riunione e assemblea di
indirizzo per l’applicazione delle linee generali, a cui però è
seguito ben poco. Dopo si è dato il via al festival del ridicolo (e
non parlo di quello che si svolge a Settembre) con sparate e proposte
di cui si fatica a capire l’utilità e la serietà: la fontana in
stile Las Vegas, il deposito di Zio Paperone, la Venezia sul
modello di Utretch, gli Uffizi livornesi, il porto turistico sul romito, il nuovo museo
della città, la funivia che taglia Livorno in due e molto altre
fantasiose idee a cui fortunatamente non è seguito altro. E' strano che si voglia aprire una
città al turismo pensando a progetti megagalattici e irrealizzabili
tralasciando di assicurare invece l’ordinaria amministrazione dei
piccoli servizi, la manutenzione di quello che già esiste,
la gestione e la valorizzazione di ciò che possediamo, non solo per i turisti, ma anche e in primo luogo per i cittadini. Purtroppo i politicanti da sempre sanno che occuparsi di progetti faraonici ha più risalto, mediaticamente parlando, che occuparsi dei piccoli ma necessari interventi.
Livorno potrebbe da
subito iniziare a lavorare con i turisti senza stravolgere o
ridisegnare una città.
Visto che il buon sindaco non considera i croceristi e i passeggeri dei traghetti come turisti, mentre noi crediamo che ci sia soprattutto bisogno di occuparsi dei flussi che già esistono, e incoraggiarli a tornare, abbiamo deciso di dedicare loro una piccola guida per orientarsi appena usciti dalla Stazione Marittima, la
principale porta di accesso alla città.
Il visitatore tipo rischierà di vedere solo questa
porta, altri i più coraggiosi
proveranno invece ad esplorare in autonomia la città. Il degrado e la sporcizia accoglieranno subito il visitatore, insieme a numerosi elementi urbanistici di non poco conto: un grosso parcheggio, un
benzinaio, alcune fra le strade più trafficate e pericolose di
Livorno, chilometri di mura rovinata da scritte e incurie (senza
differenza fra quelle storiche e lorenesi e quelle invece di
recinzione del porto). Il buon turista potrebbe mettersi a fotografare le tante bellissime transenne bianche e rosse che colorano tutto il perimetro delle mura storiche, ma non solo, infatti volgendo lo sguardo dall’altro lato vedrà folkloristici muri scalcinati del porto ricoperti da slogan e insulti a bombolette spray.
Se questo non bastasse al turista per
convincerlo a starsene dentro il terminal o prendere il primo taxi
per Pisa e Firenze, ecco cartelli che dovrebbero presentare i nostri
monumenti divelti da tempo, alcuni difficili attraversamenti stradali
e ciliegina sulla torta impossibile da perdere un ponte pericoloso e degradato, con spallette arrugginite e ammaccate e non attraversabile; qui i più intrepidi avranno la possibilità di scavalcare interessanti plinti che occupano il marciapiede.
Provando e riprovando il visitatore troverà un un piccolo passaggio tra un riuscito connubio di un muro in cemento ad integrazione delle mura storiche, e arriverà nel quartiere della Venezia che si staglia con la sua genuina
bellezza a pochi metri dal porto, ovviamente non segnalata da alcun cartello. Il visitatore non si curerà di certo dei lavori in corso, dalle impalcature e dalle recinzioni arancioni, ma si godrà i colori, gli odori, il Mercato del Pesce, le
chiese di San Ferdinando e Santa Caterina, il chiuso Museo della Città, i fossi, il tutto impreziosito da bidoni, sacchetti
dell’immondizia e transenne.
Continuando, se sarà fortunato, il turista troverà Piazza del Municipio e il punto informazioni, non prima di aver percorso qualche metro di una caratteristica e profumata galleria.
Questo articolo voleva essere palesemente ironico, l’intento
era solo quello di evidenziare lo stato di degrado in cui versa la principale
porta d’entrata alla nostra città dei turisti, in particolare croceristi e visitatori di passaggio che dovrebbero essere invogliati a visitare la città e
soprattutto a tornarci e soggiornarci. Allo stato attuale dubito fortemente che
i pochi avventori di Livorno che decidono di non andare in altre città toscane,
decidano di tornare. Se pensate che stia esagerando, provate voi a fare i
turisti per un giorno. Uscite dal Varco Fortezza e cercate di vedere, come se
fosse la prima volta, la vostra città, come se foste appena sbarcati. Dopo un
po’ di tempo, vi posso assicurare che i turisti vi faranno tenerezza, spaesati
sul ponte senza sapere dove andare e allora tornerete ad essere livornesi e ad
offrirgli il vostro aiuto.
Ako e Fede
Sono pienamente d'accordo!!...Ci sono le potenzialirà per farlo. Basterebbe investire qualche €uro per ripulire di erbacce le Fortezze, i Fossi....creare percorsi per la Casa di Modigliani, Museo di Villa Mimbelli ed il Museo Diocesano!! Far conoscera ai Turisti la Livorno Risorgimentale, dei Macchiaioli, di Mascagni e Galliano Masini!! Abbiamo un Lungomare bellissimo, ottimo Cibo e Clima perfetto!!!
RispondiEliminaLa soluzione sarebbe che i norvegesi si proponessero alle prossime elezioni: dopo aver vinto e dopo essersi messe le mani in testa per lo sfacelo in cui versa amministrativamente, culturalmente e materialmente la nostra bella città, forse riuscirebbero a cambiare qualcosina.
RispondiEliminaOLAFSON FOR MAYOR !