"Ma..
è bella Livorno?" questa è la domanda di routine che mi
rivolgono appena rimetto piede nella caotica Milano. La risposta è
sempre la stessa: molto.
Devo
ammetterlo, fino a un anno fa avrei posto anche io questa stessa
domanda, con un briciolo di scetticismo. Livorno è per molti un
punto di partenza, non di arrivo, il nome della città viene
ricollegato immediatamente al porto dal quale partire verso altre
mete. Io stessa la vedevo così.
La prima volta che ho toccato la
terra labronica è stato 4 anni fa, per prendere il traghetto che mi
avrebbe portato a Golfo Aranci. Ricordo che eravamo in anticipo di
qualche ora, perciò decidemmo di fare una piccola tappa nella vicina
cugina Pisa, foto ricordo classica e un po' banale con la Torre e
via, rotta verso Livorno, o meglio verso il porto. Il mio primo
incontro con Livorno è stato perciò più che fugace e superficiale,
e mai avrei pensato di ritrovarmi in questa città portuale ancora
una volta.
L'estate scorsa ho conosciuto un ragazzo livornese a cui
mancava tanto la sua città e il suo mare, quasi da far tenerezza.
Raccontava quotidianamente della bellezza di Livorno, della sua
storia, della sua cucina, del suo sole, del suo umorismo e in
particolare delle sue persone; a primo impatto sembrava volesse
convincere chi lo ascoltava, quasi a voler togliere l'idea radicata
della "Livorno portuale", poi mi resi conto che quello che
lo spingeva a continuare a parlare della sua città non era il
tentativo di renderla migliore agli occhi di chi lo ascoltava, ma era
l'amore e l'orgoglio per la terra in cui abitava. Non è per nulla
scontato il fatto di essere orgoglioso della propria città e
soprattutto amarla, nonostante magari i suoi mille difetti. A me
piace Milano, ma posso dire veramente di amarla? Quanti possono
dirlo? Ed è per questo motivo che non riuscivo a capire come potesse
mancargli tanto. Leggevo nei suoi occhi un amore spassionato e
incondizionato che non avevo mai visto in nessuno. Tant'è che mi ha
convinto a visitare Livorno. Dopo quattro lunghe ore in treno arrivai
nella città labronica con la valigia carica di curiosità, un po' di
scetticismo e molte aspettative, derivanti dai tanti racconti
ascoltati durante l'estate. Durante il mio primo soggiorno imparai
che Livorno non è solamente un punto di partenza, non degno di grande interessamento. Ho scoperto che aveva una storia
ricca, che si rifletteva nella sua struttura urbanistica. Ho scoperto
le Fortezze, le Ville, il lungomare e la Terrazza, ho scoperto il
ponte più largo d'Europa, i fossi e la loro storia, via Borra e i
suoi palazzi, il monumento ai Quattro Mori, il Mercato Centrale, il
Santuario di Montenero, ho scoperto la "Livorno delle nazioni"
tra chiese e cimiteri, ho scoperto i suoi personaggi illustri. Per
non parlare poi della cucina!
Tornai a casa soddisfatta anche se devo
ammettere un po' delusa. Delusa non perché mi aspettassi di più,
anzi, fui felicemente sorpresa, ma delusa dal fatto che nessuno
conoscesse queste meraviglie della città, delusa dal fatto che non
fossero per nulla valorizzate, delusa dal non poter entrare nelle
Fortezze (non l' avevano ancora riaperte), delusa dallo spreco enorme di
risorse al quale avevo assistito in quei pochi giorni. Dopo altre
visite, avevo ormai conosciuto la città dal punto di vista
storico-urbano e artistico, ma non potevo dire di conoscerla
realmente, c'era qualcosa di Lei che mi sfuggiva. Poi avendo
l'occasione di compiere incursioni sempre più lunghe e sempre più
frequenti nella città ho capito qual era la chiave di lettura per
comprenderla. La risposta era banale ed è sempre stata davanti ai
miei occhi: i livornesi. Livorno è i livornesi e i livornesi sono
Livorno. Milano ormai è una città autonoma, se si sostituiscono i
milanesi con altre persone, Milano subirà certo dei cambiamenti ma
resterà pressoché la stessa. Livorno non sarebbe Livorno senza i
livornesi. I ponti di marmo in Venezia sarebbero stati dei semplici
ponti se i livornesi non avessero inciso le loro preghiere e le loro
speranze. E ancora oggi è così, l'amore per la sua città che lessi
nei suoi occhi, fa capolino in tutti gli occhi che incrocio nella
città di mare, anche nelle persone che la criticano, che la
demoliscono a parole è presente questo amore. Ripensai quindi alla
delusione che provai la prima volta: com'è possibile che Livorno,
tanto amata e basata sui suoi abitanti non riesca a farsi notare, a
farsi "bella" anche agli occhi degli estranei. Non sono
ancora giunta ad una risposta definitiva, ma forse bisognerebbe
incominciare a programmare la città e a guardarla non con lo sguardo
di una madre verso il proprio figlio, che nonostante gli errori e i
successivi rimproveri, lo vede sempre perfetto. La città può
migliorare. Solo i livornesi, che costituiscono il cuore della città
e ne conoscono ogni sua qualità e difetto, possono cambiare la
città, sta a loro, a voi, decidere quale direzione deve prendere
questo cambiamento.
Fede
Brava Fede! Bellissime parole, sono d'accordo!
RispondiEliminaBravissima...... che piacere leggerti,,,spero veramente che tu fede esisti veramente
RispondiEliminaGrazie mille! eh già, esisto davvero e tra poco ritorno nella vostra bellissima città
RispondiEliminaBelle parole! Brava!
RispondiEliminaBelle parole.. Mi hai emozionato e mi sono riconosciuto in quello che hai detto, da livornese! Livorno e i livornesi sono una cosa sola è cosi che continuiamo ad amare profondamente la nostra città. Fiero senso di appartenenza. Non vogliamo che diventi autonoma coma Milano ma occorre senza dubbio valorizzarla
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