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domenica 31 maggio 2015

Aedo, dalle Leggi Livornine alla testa di Modì



InstagramCapture_168fc1a6-3cf5-4081-9cbf-dbb69e4b93c2Negli ultimi anni Livorno ha imparato a conoscere la Street Art e il mondo dei graffiti, certo con un'inesorabile lentezza rispetto a quello che succede nelle altre città; comunque molto sembra essere cambiato da quando l'unico impavido a scrivere e disegnare sui muri era Zeb, con la sua satira tagliente. Già nel 2007 venivano chiamati a Livorno grandi street artist come Blu, Erika il Cane, Dem, ancora prima l'incursione di un giovane Ozmo (con il suo Jolly Roger lasciato vicino a Piazza Attias). Poi qualche altra sporadica iniziativa mirata a coinvolgere le scuole (vedi il muro vicino al Gynasium e quello del Moletto Nazario).
10943034_675634595913271_9109024456065752829_nEd ecco che negli ultimi anni si fanno avanti delle saltuarie firme, tutte coperte dall'anonimato, come ad esempio Mart con il suoi cuori e artisti maledetti, poi sparito di nuovo. Ultimi prodotti di questa apertura al movimento artistico urbano per eccellenza sono il collettivo artistico Miranda, famosi per l'utilizzo di grandi poster in bianco e nero e il ricorso alle foto, e Aedo che non molti di voi conosceranno,  il quale non sempre si firma, a volte lo fa con una semplice iniziale. Di Aedo avrete forse visto qualcuna delle sue "opere", dalle Leggi Livornine dipinte a stencil, alle teste di Modigliani lasciate in mezzo a un rondò, e tanto altro ancora. Finalmente, dopo mesi che lo cerchiamo siamo riusciti a intervistarlo.

Intanto, ti ringraziamo per aver accettato di rispondere alle nostre domande, non è stato facile contattarti, infatti tu hai deciso di non creare alcun profilo o pagina su Facebook, né tanto meno su Twitter. Finché finalmente non abbiamo scoperto che avevi un account Instagram.

Come mai questa scelta?
Volevo fare una promessa per evitare fraintendimenti e in questo, per una volta, forse ha ragione Quilivorno quando nell'articolo della testa al rondò la definiva poco artistica: io non sono un artista, voglio sottolinearlo, non ho avuto una formazione in questo senso anche se da sempre amo e mi interesso di storia e arte. Non ho fini di promuovere la mia persona né il mio operato. Ho un altro lavoro e mi tengo stretto quello. Perciò non ho mai avuto bisogno di alcun canale per promuovermi, Instagram lo uso solamente per salvare e lasciare una traccia dei miei "interventi".

Da dove viene il tuo nome Aedo e cosa significa?
Innanzitutto non avrei potuto comunque usare il mio nome reale, dato che quello che faccio non è molto legale. Poi, confesso che inizialmente non avevo nessuna intenzione di trovare un alter ego e di dargli quindi un nome. I miei primi stencil non li avevo neppure firmati, poi si è palesato il rischio che il mio lavoro venisse accostato a quello di veri street artist, perciò ho deciso di firmarmi Aedo. L'Aedo nell'antichità, e anche qui si riconferma il fatto che non ho niente a che fare con la pittura, era un cantore, una sorta di menestrello con l'importante compito di tramandare oralmente tradizioni e storie passate e si rivolgeva a un grande pubblico. Io per la verità uso lettere e disegni e non faccio performance, ma anche io cerco a modo mio di portare il ricordo su qualcosa che forse si è dimenticato.

Come ti è venuta l’idea di scrivere sui muri della città le Leggi Livornine utilizzando la tecnica dello stencil?
Le Leggi Livornine sono uno dei primi stencil su cui mi sono DSCF9754cimentato, una cosa abbastanza lunga e complessa per me, ma che ero molto intenzionato a fare. Volevo ricordare una parte importante della storia della nostra città, forse un po' troppo spesso dimenticata. Una città che prima era cosmopolita, aperta alla cultura e all'influenza di varie nazioni  che ora si è trasformata in una città provinciale in cui cultura e integrazione sembrano essere state messe da parte. E allora, mi sono detto: perché no? Proviamo a ricordare l'incipit di quelle leggi che tanto furono importanti per Livorno e che anche adesso potrebbero ancora insegnarci qualcosa. Poi ho visto con piacere che, poco dopo averle fatte, la foto si era sparsa sui social network e anche sui giornali, anche se mi sono chiesto quanto poco deve accadere a Livorno per dare lo spazio della prima pagina a questa mia cazzata. Ringrazio Marmugi per la riflessione che ha fatto scaturire dal mio stencil.

Che rapporto c’è tra Livorno e le tue opere, o meglio, semplici stencil come tu stesso li definisci?
Il messaggio che portano i miei stencil (il più delle volte per niente celato) è diretto a Livorno, riguarda i livornesi. Non potrebbero esistere in nessun'altra città, proprio quanto non avrebbe senso un "Puccio sterza" a Pisa o un "MSI fuorilegge" a Milano o un "vota Danilevicius" a Roma.

Cosa pensi della street art?
Mi piace moltissimo la street art, mi ricordo un bellissimo Batman vicino a casa di un mio amico a Shangai. Poi mi pare che per il resto, a parte l'iniziativa Margini, a Livorno si sia fatto poco, e qui non intendo le amministrazioni, perché in realtà la street art con quello ha poco a che vedere. Piuttosto al fatto che in città non credo ci siano molti interessati all'argomento, o comunque non molti street artist. Mi piace molto quello che fa Miranda e trovo geniale quello che hanno fatto al Borgo di Magrignano. In ambito internazionale trovo geniale Banksy, che unisce satira feroce a geniali immagini, con un dose di incredibile audacia. Amo la street art per l'ambiente pubblico con cui si fonde, quella fatta bene arricchisce la città con immagini, riflessioni e parole, è genuina e se rispettosa non fa male nessuno. Per rispettosa intendo il fatto di fare le cose con raziocinio, per esempio sui monumenti non si scrive. Mi piace la street art perché è alla portata di tutti, non ha bisogno di un pubblico di intellettuali o di élite, ma attraverso le immagini e i colori parla a chiunque passi per la strada, con un linguaggio semplice ed universale; in molti casi poi combatte il degrado e il grigiore delle città. Purtroppo però non tutti sono ancora pronti a vedere murales sulle facciate dei palazzi, speriamo arrivi presto questo momento.

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Recententemente invece Quilivorno e la Nazione hanno dato spazio alla testa in stile Modigliani che hai lasciato in mezzo alla rotatoria di Nazario Sauro. Qual è il significato di quello stencil e come mai quel punto?
Innanzitutto, anche io sono stupito avevo fatto una coppia di teste su pietra serena (la stessa che spesso ha usato Modigliani) e le avevo piazzate a Barriera Margherita. Poi una delle due è scomparsa e l'altra è ricomparsa dove si trova ora. Un bel mistero, ma mi piace (ndr oggi è scomparsa anche quella al rondò). Beh, Modigliani è una figura interessantissima, uno legatissimo alla sua città ma costretto a lasciarla per crescere e maturare (artisticamente parlando). A  Livorno non è mai stato capito, e nonostante oggi tanti si riempiano la bocca col suo nome, ho visto fare ben poco in merito. La testa vien da sé, Livorno è la città della beffa, ma anche la città di altre teste ritrovate nell'officina del Carboni e sulla cui autenticità tanti hanno vergogna di pronunciarsi. E la beffa continua, 40 mila euro per esporre le teste false in Fortezza Vecchia per Effetto Venezia, poi inviate a Pisa e non più messe in mostra. E qualcuno le vorrebbe anche in un museo…

Hai spaziato dalle Leggi Livornine, alla testa di Modì, alla poesia di Pascoli  per arrivare alla faccia del calciatore Morosini. Come mai hai scelto un personaggio dello sport?10354075_675636895913041_3588804127601131021_n
PierMario è stato un ragazzo molto sfortunato, che in pochi mesi è riuscito a conquistare una città. Le sue sventure hanno fatto sì che la città si stringesse intorno alla sua famiglia. Mi piaceva pertanto immortalare la sua faccia sorridente, anche se penso che non ve ne fosse alcun bisogno, difficilmente la città potrà dimenticarlo.

Oltre a personaggi e alle frasi, stai popolando la città con piccoli granchi. È la risposta livornese ai ratti di Banksy?
(Ride, ndr) Hai ragione, effettivamente l'idea è liberamente ispirata a quella di Banksy. I suoi topi però sono umanizzati e tentano di farsi largo in una società che li odia, i miei favolli invece non vogliono che essere lasciati in pace, onestamente sono stufi di finire nelle pastasciutte di tutti i migliaia di aspiranti pescatori livornesi.

Cosa dobbiamo aspettarci prossimamente? Cosa troveremo per le strade di Livorno?
Ad essere sincero non lo so ancora, ma anche se lo sapessi non ve lo direi. Qualsiasi cosa sarà cercate di non soffermarvi solamente sul lato poco artistico [cit. Quilivorno] quanto piuttosto provate a riflettere sul perché. Dopo se non siete d’accordo siete sempre in tempo a mandarmi a fanculo.




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