Anni fa, più o meno agli albori di
questo blog, facemmo una piccola riflessione sui principali organi di
informazione in città. Allora pensavo che la situazione fosse
piuttosto preoccupante e che la situazione sarebbe potuta solamente
migliorare. Ma ci sbagliavamo!
Quella che segue è una mia personale
riflessione sui giornali cittadini cartacei e online; non vi
chiederò di essere d'accordo con me, ma mi piacerebbe far riflettere sulla situazione che stiamo vivendo.
Rileggendo quel vecchio articolo, mi
viene da sorridere pensando a quanto avessi potuto essere ottimista,
infatti dopo essermi lungamente lamentato contro i due principali
giornali cartacei il Tirreno e La Nazione, finivo per accogliere con
tanto entusiasmo l'appena nato giornale online QuiLivorno. Se
speravo davvero che questa nuova realtà avrebbe rivoluzionato il
mondo dell'informazione nella città dei quattro mori, non sarei
potuto essere più in errore di così!
Per la verità, questo giudizio non si
basava solo sulla mia ingenuità ma anche su alcuni presupposti,
infatti QuiLivorno nasceva sulle ceneri dell'esperienza del Corriere
di Livorno, giornale che vi ricorderete essere stato aperto dal
calciatore Cristiano Lucarelli con i soldi dello stipendio percepito
nello Shaktar Donetsk. Giornale di cui la memoria a distanza negli
anni è cascata nell'oblio, se non fatta eccezione per lo strascico
di polemiche e il contenzioso fra i giornalisti e il calciatore che
non finì mai di pagare gli stipendi.
Fu così che molti di quei
giornalisti, come esuli senza terra, si riversarono in parte in altri
giornali e in parte decisero di dare vita al QuiLivorno.
Un giornale che fin da subito si
caratterizzo un po' per l'inconsistenza dei suoi contenuti, dovuta
sicuramente alle penuria di penne importanti, ma che sopperiva a
queste lacune con articoli piuttosto imparziali e sollecitando la
collaborazione anche dei cittadini. Mi ricordo, infatti, che nelle
versioni precedenti si dava molto spazio ai contributi dei lettori,
sia per quanto riguarda l'attualità, le opinioni, gli annunci e i
viaggi.
Ma questo è il passato, QuiLivorno si
trovò in seguito davanti a un bivio e invece di percorrere la dura
ma più appagante strada dell'informazione corretta, approfondita e
professionale, scelse quella più semplice e che oggi ha tanta
diffusione su internet: l'informazione fatta di titoli altisonanti,
volutamente polemici e spesso fuorvianti, quel tipo di informazione
che peraltro si esaurisce tutta nel titolo.
Un' informazione modellata
appositamente per il classico lettore di internet, quello che
difficilmente si prende la briga di leggere tutto l'articolo. Si
spiega perciò perché, su queste pagine, abbondi informazione
spicciola e da copia-incolla, notizie tratte da Facebook, senza
alcuna fonte accreditata, estrapolate dal loro contesto, gossip e
pettegolezzi trasformati in notizia. Difficilmente troverete su
questo giornale approfondimenti, inchieste o dossier. Un giornale che
ha abbandonato l'informazione culturale; basti pensare che la
sezione cultura non compare nemmeno in home page, ma viene
completamente assorbita dalla sezione Eventi. Esemplare di questo
modo di fare notizia quanto accaduto nei giorni scorsi con
l'articolo sul presunto gruppo di “pedofili” indiani, rivelatasi
poi un'informazione totalmente scorretta. La linea editoriale sembra
dettata solamente dall'esigenza di avere ogni giorno notizie, e poco
importa se per assicurarsele si dia spazio alla notizia di una bici
rubata o non ci si curi affatto sulla loro veridicità.
Non mi dispiace affatto invece che il
giornale si avvalga di giovani autori per i suoi articoli, offrendo
loro una possibilità di fare palestra nel mondo dell'informazione,
benché mi sfugga il motivo per cui gli articoli non siano firmati,
ma credo la serietà di un giornale si misuri anche dall'alternanza
di autori giovani e giornalisti già avviati. Dispiace invece che un
giornale, che era stato accolto come una valida alternativa al
principale quotidiano cittadino, abbia scelto di seguire il modello
dell'informazione web, tanto caro alle pagine FB.
Evidentemente però, ancora una volta, sono io a dimostrarmi troppo polemico e critico, a giudicare dai
20.000 lettori giornalieri di QuiLivorno.
Ovviamente, la mia vuole essere e resta
solo un'opinione personale, ma tanto basta a farmi talvolta
rimpiangere l'assenza di una completa versione online de Il Tirreno.
Ako
Riflessione condivisibile, pacata ma chiara e diretta. E non nasce certo da un tuo eccesso di senso critico Ako, sono in molti a provare disagio per la linea editoriale di quel giornale online. QuiLivorno non ha la minima ambizione di provare a dare un'informazione di qualità (e quanto ce ne sarebbe bisogno in questa città per formare una cittadinanza consapevole e matura!). La leggittimità ambizione di aumentare il numero di lettori viene perseguita nel modo più semplice e banale, puntando superficialmente alla pancia del lettore medio. Purtroppo la rete, tra i mille pregi, ha questo difetto: ci si può improvvisare editori senza avere l'autorevolezza, la professionalità e la cultura necessarie. E finisce che per un click in più ci si abbassa a pubblicare qualunque cosa. Mi spiace dirlo, ma deontologia professionale e senso di responsabilità non sono di casa in quella redazione.
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