INTERVISTA A UGO DE CARLO, candidato sindaco delle liste Votare per Cambiare/Fare per fermare il declino.
1) Le chiediamo di presentarsi, di parlare di sé, del suo percorso formativo, professionale e politico, spiegandoci il motivo per il quale ha deciso di avanzare la sua candidatura a Sindaco.
<<Ho quasi 57 anni, sono nato a Viterbo, ma dalla 5°Elementare fino ai 22 anni ho vissuto a Roma dove ho svolto la mia formazione, prima in un liceo classico e poi all'Accademia della Guardia di Finanza. Sono uscito dall'Accademia facendo altri 7/8 anni come Ufficiale della Guardia di Finanza. Nel frattempo mi sono laureato tentando il concorso in magistratura nel 1987, che vinsi, e da quel momento ho fatto il giudice ordinario per i successivi 20 anni, di cui 18 anni e mezzo a Livorno. A 50 anni ho fatto un concorso per il TAR e sono attualmente magistrato amministrativo, con 4 anni di servizio a Milano e altri due anni in Toscana. Adesso sono in aspettativa elettorale, ma quando finirà questa "pausa" andrò in un altro TAR.
Ho sempre seguito la politica iniziando a leggere il giornale a 16 anni e sono capace di ricordare tutti i governi della Repubblica Italiana da quando iniziai a votare. Non ho mai praticato la politica, perché era incompatibile con i miei impieghi. Mi candido a Sindaco perché ritengo che Livorno sia una città bellissima, ridotta in malo modo però da un mono-potere settantennale che soprattutto negli ultimi vent'anni ha distrutto la città. Inizialmente fui chiamato da qualcuno a essere il riferimento per un vasto schieramento di centro- destra, ma l'intervento dell'On. Altero Matteoli tramite un suo rappresentante locale, mi ha di fatto tagliato le gambe, dichiarandomi come inadeguato a guidare questa parte politica. Questa scelta non fu spiegata ai cittadini e io penso che fu fatta perché l'On. Matteoli è concausa del disfacimento di questa città, facendo una finta opposizione, ma chi in realtà gli permette di essere d'accordo con chi governa.
Quindi alla fine ho deciso d'intraprendere questo percorso da solo, con un piccolo gruppo di persone animate dallo stesso ideale. In particolare ho trovato collaborazione in cui alcune persone di Fare per Fermare il Declino. Insieme, indipendentemente dal risultato, faremo un cammino che durerà 5 anni>>.
2) Descriva sé stesso con 6 aggettivi, 3 positivi e 3 negativi, motivando ognuno di essi.
<<Credo di essere una persona paziente, nel senso che cerco di fare le cose dandomi dei tempi e non scoraggiandomi subito, ma al tempo sono una persona impaziente perché solitamente voglio sistemare subito le situazioni scomode o che non creano armonia, non lasciando magari che il tempo le aggiusti. Sono una persona organizzata, nel mio lavoro adotto una mentalità imprenditoriale ponendomi un obiettivo e cercando di raggiungerlo in tutti i modi. Sono una persona trasandata, soprattutto nel vestire, è un mio limite e mi servono costantemente i consigli di qualcuno per curare la mia immagine. Sono una persona disponibile, aperta al dialogo e devo dire che passo metà del mio tempo libero a risolvere i problemi altrui(ciò lo devo anche alla mia esperienza di fede), ma spesso sono distratto e insensibile, nel momento in cui sono troppo franco e confidenziale con una persona, possono generarsi poi situazioni negative che non so controllare>>.
3) Le prossime elezioni amministrative saranno caratterizzate da un'esasperata frammentazione politica con la presenza di nuove formazioni politiche e molte liste civiche; Secondo lei qual è il motivo di questa divisione? Sono davvero così tanti gli ideali in cui i cittadini si riconoscono?
<<No non credo assolutamente, credo che tutto questo sia frutto della malattia odierna della politica e del male più ampio, la crisi del partito politico. Sono fautore dei partiti, ma di come sono scritti nell'Articolo 49 della Costituzione e un po' come erano i partiti della Prima Repubblica, emendati dai difetti dei partiti di allora. I partiti piovra come il Pc o la Dc, come modelli da seguire non vanno bene, ma neanche la personalizzazione e il liderismo da strapazzo. Sottolineo, inoltre, la presenza delle liste civiche vicine al PD che si presentano come liste acchiappa voti per coloro che si vergognano di votare direttamente PD e allora lo votano indirettamente, dicendo "Io il PD non l'ho votato...". C'è tutta una vasta platea di persone che ha interesse affinché nulla cambi. La frammentazione è quindi un fenomeno complesso, frutto di questi fattori. Spero che il quadro politico locale e nazionale possa semplificarsi e mi auguro che possano nascere partiti non lideristici, bensì trasparenti, affidando ai nuovi strumenti dell'informatica gran parte della nuova costruzione>>.
4) A Novembre 2013, Paolo Virzì, noto cineasta livornese, in un repentino scambio di tweets sull'eventuale organizzazione di un Festival del Cinema a Livorno, disse <<era evidentemente una battuta , a Livorno manca tutto anche il senso di realtà>>. Di fronte a un affermazione di questa portata fosse stato nelle vesti di Sindaco, come avrebbe risposto?
<<Avrei chiesto a Virzì in che misura una proposta di questo genere era irrealistica e avrei chiesto quali erano le condizioni perché Livorno potesse diventare una città del Cinema. Secondo me Livorno avrebbe ampie possibilità di ospitare set cinematografici, ma ci vorrebbe un indotto che lavorasse solo in questo senso. Virzì conosce bene Livorno, sa come è amministrata e dal suo punto di vista ha perfettamente ragione>>.
5) Descriva Livorno con 6 aggettivi, 3 positivi e 3 negativi, giustificando ognuno di essi.
Ci scusiamo con il candidato Ugo de Carlo e con i lettori e le lettrici del blog, ma questa domanda è stata, involontariamente, saltata per esclusiva colpa dell'intervistatore.
6) Vista l'impossibilità di enunciare tutto il programma, vogliamo chiederle di parlarci di quei temi strettamente legati al nostro blog, come il mondo dei giovani e le loro esigenze. Pensiamo al tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti in Italia, alle poche iniziative inerenti la formazione professionale, ma anche quelle dirette all'intrattenimento, spesso sporadiche e colpite da generale intolleranza della cittadinanza. Cosa pensa di fare in proposito la vostra formazione politica, qualora avesse rappresentanza in Consiglio Comunale?
<<Partendo dal lavoro, il Comune non può essere generatore di lavoro, ma deve favorire l'insediamento delle aziende e degli imprenditori, i quali magari hanno interessi crescenti dall'investire in una città portuale. Bisogna agevolarli con tariffe comunali adeguate e bisogna far sì che assumano manodopera esclusivamente locale. Quello che è necessario è capire le esigenze del mercato e in base a queste adeguare una formazione professionale mirata. Le scuole professionali, Colombo e Orlando, sono due veri fallimenti, sono scadenti e sono perlopiù parcheggi per i ragazzi che hanno poca voglia di studiare. I ragazzi non vi imparano i mestieri utili da spendere sul mercato. Fondamentale è mettere in piedi un sistema di formazione adeguato al lavoro e favorire l'ingresso di nuovi imprenditori superando la mentalità monopolistica. Per l'intrattenimento bisogna equilibrare le esigenze dei giovani con quelle dei residenti. I primi devono essere più educati e rispettosi, mentre i secondi devono essere più tolleranti, non potendo pensare che alle 22 di sera ci sia il coprifuoco. Bisogna offrire opportunità sul lungomare dove il disturbo è minore e bisogna proporre spazi, luoghi d'aggregazione, per permettere ai giovani di esprimere sé stessi e le loro passioni>>.
7) Livorno da anni sta scivolando in un lento e inarrestabile degrado sia culturale sia urbano. I suoi musei hanno cifre da prefisso telefonico, molti palazzi sono in stato di abbandono e alcune manifestazioni culturali vengono organizzate con pressappochismo (Effetto Venezia). Il decoro urbano è sempre meno valorizzato, aiuole e prati lasciati a sé stessi e luoghi come Piazza del Luogo Pio sempre più cementificati. Cosa si potrebbe fare in proposito? Come si potrebbe invertire questa tendenza? Come pensa di comportarsi se divenisse Sindaco?
<<Primo strumento per favorire il decoro urbano è il ripensamento della politica urbanistica labronica come il piano strutturale e il regolamento urbanistico, facendo sì che si possa avere un'edilizia a volumi zero. Ristrutturare l'esistente, riqualificare certe zone, ridando valore agli immobili, curandoli anche esteticamente. Si pagano inoltre scelte sbagliate del passato come la Gran Guardia o la Porta a Mare. Bisogna dire ai cittadini di non imbrattare i muri, dobbiamo dire basta all'inciviltà che troppo spesso caratterizza questa città e i suoi abitanti. Potremmo appaltare la cura dei parchi pubblici ad associazioni di cittadini laddove nascessero, realizzare la raccolta porta a porta, togliere i cassonetti e aggiungere rastrelliere per le bici, togliendole dai marciapiedi. Bisognerebbe educare i livornesi al rispetto ambientale, nel caso anche delle deiezioni liquide e solide dei loro animali. E' necessario galvanizzare la partecipazione cittadine con campagne collettive e sarebbe importante monitorare la città con delle centraline per l'inquinamento. Inoltre andrebbe controllato e analizzato l'operato della Lonzi>>.
8) Anche a livello turistico Livorno non sembra riuscire a ritagliarsi lo spazio che merita. Rispetto alle altre province della Toscana, Livorno riesce a portare avanti solo poche iniziative turistiche, salvo poi lasciarle all'incuria e senza una reale valorizzazione e promozione. Come mai non si riesce a organizzare un efficiente programmazione turistica? Per quale motivo Livorno sembra incapace di collaborare, in tal senso, non solo con le altre province della Toscana, ma anche con il territorio della Sua provincia litoranea?
<<In passato Livorno non ha creduto nel turismo, paradosso per una città che ha inventato lo stabilimento balneare. Livorno potrebbe sviluppare un turismo di qualità, migliorando l'offerta alberghiera, diventerebbe la location ideale per i convegni d'ogni tipo e genere. Se Livorno avesse un museo d'arte moderna, probabilmente potrebbe intercettare con facilità i flussi turistici. Fermo restando che i servizi primari offerti dalla città e dal cittadino stesso devono migliorare. Bisogna affidare il piano di sviluppo a dei tecnici preparati e la politica deve definire l'idea e tracciare il percorso per il quale cominciar a camminare>>.
9) Come prevedeva Marshall Mcluhan durante il Novecento, il mondo è divenuto un "villaggio globale", facilmente interconnesso e dove, con pochi mezzi e a basso costo, è possibile muoversi. In questo scenario essere visibili è fondamentale, avere un marchio, un brand di riconoscimento significa essere presenti quindi riconoscibili. Livorno, purtroppo, non ha un suo City-Branding (termine per identificare questo concetto). Lei come si comporterebbe in questo senso? Quali azioni metterebbe in atto affinché si realizzi il City-Branding labronico?
<<Prima di creare un brand bisogna attuare politiche virtuose che facciano conoscere la città. Dobbiamo prima sviluppare il turismo, mettere alla prova la città e le sue capacità e poi possiamo pensare a un brand. Serve avere un'idea di città da proporre e poi fare un concorso per il Brand - Livorno>>.
10) In 140 caratteri, cosa si sente di dire ai giovani lettori di questo blog?
<<Andate a votare e comunque interessatevi della politica>>.
11) Le chiediamo di spiegarci il significato del suo simbolo e del suo slogan, se è di sua invenzione e fattura oppure si è ispirato a qualche campagna politica nazionale o internazionale.
<<Il simbolo e lo slogan non deriva da niente di precedente. Inizialmente pensai a qualcosa come "Rinasci Livorno", perché il mio desiderio è che Livorno rinasca, ma non sarebbe stato efficace e comunque avrebbe indicato lo scopo. Per raggiungere lo scopo ci deve essere un mezzo e questo è Votare per Cambiare. E' diretto ed esprime il concetto "Signori, votate cosa vi pare, ma votate per cambiare". La mia proposta riformista è per tutti gli scontenti delle varie forze politiche>>.
Per contattare Ugo de Carlo è possibile seguire gli indirizzi sotto elencati:
- proposte@votarepercambiare.it
- http://www.votarepercambiare.it/
- http://www.facebook.com/votarepercambiare
- https://twitter.com/UDecarlo
L'intervista è stata realizzata in data 24/04/2014 presso il Comitato Elettorale di Votare per Cambiare di Corso Amedeo 205.
4) A Novembre 2013, Paolo Virzì, noto cineasta livornese, in un repentino scambio di tweets sull'eventuale organizzazione di un Festival del Cinema a Livorno, disse <<era evidentemente una battuta , a Livorno manca tutto anche il senso di realtà>>. Di fronte a un affermazione di questa portata fosse stato nelle vesti di Sindaco, come avrebbe risposto?
<<Avrei chiesto a Virzì in che misura una proposta di questo genere era irrealistica e avrei chiesto quali erano le condizioni perché Livorno potesse diventare una città del Cinema. Secondo me Livorno avrebbe ampie possibilità di ospitare set cinematografici, ma ci vorrebbe un indotto che lavorasse solo in questo senso. Virzì conosce bene Livorno, sa come è amministrata e dal suo punto di vista ha perfettamente ragione>>.
5) Descriva Livorno con 6 aggettivi, 3 positivi e 3 negativi, giustificando ognuno di essi.
Ci scusiamo con il candidato Ugo de Carlo e con i lettori e le lettrici del blog, ma questa domanda è stata, involontariamente, saltata per esclusiva colpa dell'intervistatore.
6) Vista l'impossibilità di enunciare tutto il programma, vogliamo chiederle di parlarci di quei temi strettamente legati al nostro blog, come il mondo dei giovani e le loro esigenze. Pensiamo al tasso di disoccupazione giovanile tra i più alti in Italia, alle poche iniziative inerenti la formazione professionale, ma anche quelle dirette all'intrattenimento, spesso sporadiche e colpite da generale intolleranza della cittadinanza. Cosa pensa di fare in proposito la vostra formazione politica, qualora avesse rappresentanza in Consiglio Comunale?
<<Partendo dal lavoro, il Comune non può essere generatore di lavoro, ma deve favorire l'insediamento delle aziende e degli imprenditori, i quali magari hanno interessi crescenti dall'investire in una città portuale. Bisogna agevolarli con tariffe comunali adeguate e bisogna far sì che assumano manodopera esclusivamente locale. Quello che è necessario è capire le esigenze del mercato e in base a queste adeguare una formazione professionale mirata. Le scuole professionali, Colombo e Orlando, sono due veri fallimenti, sono scadenti e sono perlopiù parcheggi per i ragazzi che hanno poca voglia di studiare. I ragazzi non vi imparano i mestieri utili da spendere sul mercato. Fondamentale è mettere in piedi un sistema di formazione adeguato al lavoro e favorire l'ingresso di nuovi imprenditori superando la mentalità monopolistica. Per l'intrattenimento bisogna equilibrare le esigenze dei giovani con quelle dei residenti. I primi devono essere più educati e rispettosi, mentre i secondi devono essere più tolleranti, non potendo pensare che alle 22 di sera ci sia il coprifuoco. Bisogna offrire opportunità sul lungomare dove il disturbo è minore e bisogna proporre spazi, luoghi d'aggregazione, per permettere ai giovani di esprimere sé stessi e le loro passioni>>.
7) Livorno da anni sta scivolando in un lento e inarrestabile degrado sia culturale sia urbano. I suoi musei hanno cifre da prefisso telefonico, molti palazzi sono in stato di abbandono e alcune manifestazioni culturali vengono organizzate con pressappochismo (Effetto Venezia). Il decoro urbano è sempre meno valorizzato, aiuole e prati lasciati a sé stessi e luoghi come Piazza del Luogo Pio sempre più cementificati. Cosa si potrebbe fare in proposito? Come si potrebbe invertire questa tendenza? Come pensa di comportarsi se divenisse Sindaco?
<<Primo strumento per favorire il decoro urbano è il ripensamento della politica urbanistica labronica come il piano strutturale e il regolamento urbanistico, facendo sì che si possa avere un'edilizia a volumi zero. Ristrutturare l'esistente, riqualificare certe zone, ridando valore agli immobili, curandoli anche esteticamente. Si pagano inoltre scelte sbagliate del passato come la Gran Guardia o la Porta a Mare. Bisogna dire ai cittadini di non imbrattare i muri, dobbiamo dire basta all'inciviltà che troppo spesso caratterizza questa città e i suoi abitanti. Potremmo appaltare la cura dei parchi pubblici ad associazioni di cittadini laddove nascessero, realizzare la raccolta porta a porta, togliere i cassonetti e aggiungere rastrelliere per le bici, togliendole dai marciapiedi. Bisognerebbe educare i livornesi al rispetto ambientale, nel caso anche delle deiezioni liquide e solide dei loro animali. E' necessario galvanizzare la partecipazione cittadine con campagne collettive e sarebbe importante monitorare la città con delle centraline per l'inquinamento. Inoltre andrebbe controllato e analizzato l'operato della Lonzi>>.
8) Anche a livello turistico Livorno non sembra riuscire a ritagliarsi lo spazio che merita. Rispetto alle altre province della Toscana, Livorno riesce a portare avanti solo poche iniziative turistiche, salvo poi lasciarle all'incuria e senza una reale valorizzazione e promozione. Come mai non si riesce a organizzare un efficiente programmazione turistica? Per quale motivo Livorno sembra incapace di collaborare, in tal senso, non solo con le altre province della Toscana, ma anche con il territorio della Sua provincia litoranea?
<<In passato Livorno non ha creduto nel turismo, paradosso per una città che ha inventato lo stabilimento balneare. Livorno potrebbe sviluppare un turismo di qualità, migliorando l'offerta alberghiera, diventerebbe la location ideale per i convegni d'ogni tipo e genere. Se Livorno avesse un museo d'arte moderna, probabilmente potrebbe intercettare con facilità i flussi turistici. Fermo restando che i servizi primari offerti dalla città e dal cittadino stesso devono migliorare. Bisogna affidare il piano di sviluppo a dei tecnici preparati e la politica deve definire l'idea e tracciare il percorso per il quale cominciar a camminare>>.
9) Come prevedeva Marshall Mcluhan durante il Novecento, il mondo è divenuto un "villaggio globale", facilmente interconnesso e dove, con pochi mezzi e a basso costo, è possibile muoversi. In questo scenario essere visibili è fondamentale, avere un marchio, un brand di riconoscimento significa essere presenti quindi riconoscibili. Livorno, purtroppo, non ha un suo City-Branding (termine per identificare questo concetto). Lei come si comporterebbe in questo senso? Quali azioni metterebbe in atto affinché si realizzi il City-Branding labronico?
<<Prima di creare un brand bisogna attuare politiche virtuose che facciano conoscere la città. Dobbiamo prima sviluppare il turismo, mettere alla prova la città e le sue capacità e poi possiamo pensare a un brand. Serve avere un'idea di città da proporre e poi fare un concorso per il Brand - Livorno>>.
10) In 140 caratteri, cosa si sente di dire ai giovani lettori di questo blog?
<<Andate a votare e comunque interessatevi della politica>>.
11) Le chiediamo di spiegarci il significato del suo simbolo e del suo slogan, se è di sua invenzione e fattura oppure si è ispirato a qualche campagna politica nazionale o internazionale.
<<Il simbolo e lo slogan non deriva da niente di precedente. Inizialmente pensai a qualcosa come "Rinasci Livorno", perché il mio desiderio è che Livorno rinasca, ma non sarebbe stato efficace e comunque avrebbe indicato lo scopo. Per raggiungere lo scopo ci deve essere un mezzo e questo è Votare per Cambiare. E' diretto ed esprime il concetto "Signori, votate cosa vi pare, ma votate per cambiare". La mia proposta riformista è per tutti gli scontenti delle varie forze politiche>>.
Per contattare Ugo de Carlo è possibile seguire gli indirizzi sotto elencati:
- proposte@votarepercambiare.it
- http://www.votarepercambiare.it/
- http://www.facebook.com/votarepercambiare
- https://twitter.com/UDecarlo
L'intervista è stata realizzata in data 24/04/2014 presso il Comitato Elettorale di Votare per Cambiare di Corso Amedeo 205.
Giacomo Martelli
"Prima di creare un brand bisogna attuare politiche virtuose che facciano conoscere la città. Dobbiamo prima sviluppare il turismo, mettere alla prova la città e le sue capacità e poi possiamo pensare a un brand."
RispondiEliminail brand è a monte!!! Se non si da un'identità alla città, come si spera di poter attirare turisti?
Se uno non sa queste cose, è meglio che taccia!!
Beh credo che sia una argomento complesso per essere espresso in una domanda di una intervista.
RispondiEliminaC'è da dire che una città, per quanto possa essere gestita come azienda non lo è affatto. Se oggi a Livorno si partisse dal brand, a cosa servirebbe se non dare una cattiva immagine del brand stesso? Che senso ha proporre un brand di quello che è oggi Livorno se non la si comincia a cambiare e sistemare, a ricostruire dal dentro (credo che il candidato intendesse questo )?
In teoria il brand è monte, ma se il prodotto/servizio fa schifo cosa proponi il brand?
Se uno ha solo questo da dire sulle elezioni, beh può seguire il suo stesso consiglio!